Il film prende spunto da un fatto realmente accaduto poco dopo il 2000. Alex (Lutz), che lavora in una casa d’aste internazionale, riceve una lettera che sostiene l’esistenza di un quadro di Egon Schiele a Mulhouse, cittadina francese ai confini con la Germania. Insieme all’ex moglie Bertina (Drucker) va alla ricerca del quadro per autenticarlo e, sbalorditi, i due riconoscono I girasoli, una cupa variazione dell’artista austriaco della celebre opera di Van Gogh, sottratta dai nazisti a una famiglia ebrea di collezionisti d’arte. Il quadro rubato è convincente mostrando nel dettaglio il funzionamento, i meccanismi e le ramificazioni del mercato dell’arte, più o meno sommerso. Ottimamente orchestrati e credibili anche i personaggi che animano la vicenda.
Mathieu Macheret, Le Monde

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Questo articolo è uscito sul numero 1613 di Internazionale, a pagina 84. Compra questo numero | Abbonati