Julien Baker, componente del trio alt-rock Boygenius, e Torres, nome d’arte di Mackenzie Scott, vengono spesso paragonate: entrambe sono cresciute nel sud degli Stati Uniti, entrambe sono queer provenienti da famiglie cristiane devotissime e immerse nella cultura della musica country. Pur avendo inizialmente respinto l’etichetta di “musiciste queer del sud” e avendo stili solisti molto diversi, i loro temi affini le rendono complementari. Nel loro progetto congiunto, Send a prayer my way, evitano il country-pop alla Shania Twain o alla Chappell Roan, preferendo un suono più classico e familiare. Le canzoni sono avvolte da archi caldi, chitarre delicate e voci intrecciate. Il disco abbraccia la struttura narrativa e i canoni lirici tradizionali del country. In un momento in cui il country-pop spopola – basti pensare a Cowboy Carter di Beyoncé – Baker e Scott s’ispirano a figure storiche come Loretta Lynn e Tammy Wynette. Tuttavia, i canoni del genere non valorizzano sempre il loro talento lirico: in Tuesday, la velocità e le sillabe forzate rendono alcuni versi troppo compressi. Ma Send a prayer my way brilla altrove per ironia e affetto verso il country: in Tape runs out, Baker ironizza cantando: “Non ho mai trovato un peccato che non volessi provare”, mentre Good­bye baby comincia con una battuta sconcia non detta. Sylvia sembra una ballata romantica, ma è dedicata al cane adottato da Scott, ispirata da Dolly Parton. Pur non avendo l’impatto immediato delle loro carriere soliste, questo album è un’esplorazione fresca e originale di un genere che sta vivendo una rinascita.
El Hunt, Nme

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Questo articolo è uscito sul numero 1611 di Internazionale, a pagina 88. Compra questo numero | Abbonati