I tempi della chiesa cattolica non sono quelli del resto della società. Parliamo di un’istituzione che ha più di duemila anni e cerca di adattarsi alla modernità con i suoi ritmi. Se c’è un’organizzazione per definizione non rivoluzionaria, è sicuramente la chiesa cattolica. Jorge Mario Bergoglio, che da papa ha scelto il nome di Francesco ed è morto il 21 aprile, ne era perfettamente consapevole. Era una persona di idee progressiste, soprattutto se paragonate a quelle del suo predecessore, Joseph Ratzinger, papa Benedetto XVI, conosciuto come “il rottweiler di Dio” per via della sua rigidità sulla dottrina. Salito al soglio di Pietro, Francesco non ha abbandonato le sue posizioni modernizzatrici, ma non le ha nemmeno imposte. Ha invece introdotto piccoli cambiamenti che i suoi successori potranno ampliare. Sempre che la chiesa decida che si tratti del cammino giusto da seguire.
È in questo contesto che si deve intendere la famosa dichiarazione con cui il papa ha detto che non spettava a lui giudicare gli omosessuali in cerca di Dio. La frase, che ha sconvolto i conservatori, è stata accompagnata da modifiche nell’insegnamento della chiesa che permettono ai sacerdoti, in alcune circostanze, di dare la comunione e la benedizione ai gay, oltre che ai divorziati che si sono risposati. Francesco ha cercato di rendere la chiesa più accogliente, anche senza promuovere cambiamenti dottrinali in contesti particolarmente sacri per l’istituzione. Non ha fatto niente per ammorbidire la posizione sull’aborto, ma è riuscito a costruirne una più coerente per la chiesa condannando fermamente la pena di morte. Ha capito che i movimenti demografici definiranno il futuro della chiesa. Per questo ha ampliato l’influenza di paesi dell’America Latina, dell’Africa e dell’Asia a scapito dell’Europa, dove la popolazione è in calo. Ha dato grande enfasi al tema dell’immigrazione, uno dei principali fattori di divisione nel mondo.
Un’altra caratteristica dei suoi dodici anni di pontificato è l’attenzione alle questioni ambientali e alla disuguaglianza. Le idee di Francesco sono poco gradite al mondo conservatore, ma la prudenza con cui le ha abbracciate, senza infrangere i dogmi più importanti della dottrina, ha reso difficile attaccarle. Anche se il prossimo papa sarà un conservatore, non sarà facile presentare le innovazioni di Francesco come degli errori da cancellare. Questi, del resto, sono i tempi della chiesa. ◆ as
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Questo articolo è uscito sul numero 1611 di Internazionale, a pagina 15. Compra questo numero | Abbonati