Con i Destroyer possiamo essere certi che ogni loro uscita sarà affascinante, ma cosa colpisce è che cambiano ogni volta. In Dan’s boogie l’obiettivo di Dan Bejar, autore e frontman della band canadese, è abbracciare maggiormente l’improvvisazione nell’interpretazione, conservando comunque l’urgenza e l’umorismo che contraddistinguono da sempre le sue canzoni. In questo nuovo lavoro si è imposto di aspettare a scrivere finché l’esigenza di farlo non fosse diventata prorompente. Il pezzo Hydroplaning off the edge of the world mostra una creatività libera, che riesce ad attraversare in pochi minuti la carriera di Bejar. Il resto dell’album conserva la stessa irrequietezza e non deluderà i fan. Bisogna dire che si tratta di un ascolto meno immediato rispetto ai dischi precedenti dei Destroyer. L’album è torbido in un modo non sempre gradevole per i neofiti, ma per chi vuole seguire Bejar su strade più tortuose farà un viaggio dove la bravura del cantautore resta in primo piano.
Kevin Korber,Spectrum Culture
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Questo articolo è uscito sul numero 1608 di Internazionale, a pagina 92. Compra questo numero | Abbonati