Bank of England

I dazi introdotti o solo minacciati dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump stanno sconvolgendo anche il mercato dei metalli, in particolare quello dell’oro. Il timore per l’arrivo di nuove tariffe doganali sta spingendo molti operatori a spostare grandi quantità di oro da Londra, in particolare dalle casseforti della Banca d’Inghilterra, verso New York, approfittando dei prezzi ai massimi storici, racconta Bloomberg. Dal 5 novembre 2024, il giorno dell’elezione di Trump, al 31 gennaio 2025, “quasi quattrocento tonnellate d’oro, per un valore di 38 miliardi di dollari, sono arrivate a New York, insieme a 1.200 tonnellate d’argento”. A Londra, finora il più importante mercato dei metalli del mondo, la lista degli operatori in attesa di ritirare l’oro è così lunga che ci vogliono settimane per smaltire una richiesta. Grandi quantità di oro stanno lasciando anche la Svizzera. In genere il metallo è trasportato in aereo, ma gli assicuratori hanno fissato un valore massimo di copertura per il carico di un volo. Inoltre, per andare oltreoceano l’oro deve cambiare formato: a Londra, infatti, è custodito in barre da quattrocento once (poco più di undici chilogrammi), mentre a New York si scambiano barre da cento once. Questi problemi non si pongono per l’argento, che viene scambiato in barre da mille once sia a Londra sia a New York. Nel caso dell’argento, tuttavia, gli spostamenti sono più difficoltosi, perché di solito il suo prezzo non compensa i costi del trasporto in aereo e, se necessario, è spedito in nave. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1601 di Internazionale, a pagina 95. Compra questo numero | Abbonati