L’ultimo numero dell’Atlantic è dedicato alla ricostruzione, il periodo che va dal 1865, l’anno in cui finì la guerra civile statunitense, al 1877. Gli storici interpretano quella fase come un’occasione persa, perché non si riuscirono a realizzare le riforme che avrebbero dovuto modernizzare il sud e consentire una reale integrazione dei neri. Scrive il direttore Jeffrey Goldberg: “Abbiamo voluto esaminare le conseguenze del tragico crollo della ricostruzione in un momento in cui ci sono molte spinte nella società che credono alla giustizia razziale”. Ma nel numero sono raccontate anche vicende che hanno cambiato in meglio il paese. Vann R. Newkirk II racconta la storia dei Fisk Jubilee Singers, un coro di studenti afroamericani che nel 1871 ebbe successo cantando negli stati del nord. Peniel E. Joseph scrive che quando il governo federale rinunciò a riformare il sud, donne e uomini neri presero il testimone: “Crearono istituzioni civiche, religiose, politiche, educative ed economiche. Costruirono città, chiese e scuole, contribuirono a reimmaginare lo scopo e la promessa della democrazia americana”. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1539 di Internazionale, a pagina 26. Compra questo numero | Abbonati