◆ Secondo una bozza di rapporto del Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico (Ipcc), ottenuto dall’agenzia di stampa francese Afp, la crisi climatica in corso avrà un impatto devastante sulla vita sulla Terra già fra trent’anni, anche nello scenario migliore di riduzione delle emissioni di gas serra. “Il peggio deve ancora venire”, si legge nel rapporto, che sarà pubblicato nel febbraio 2022. “La crisi avrà conseguenze molto maggiori sulle vite dei nostri figli che sulle nostre”.
I punti principali del rapporto sono quattro. Primo, il riscaldamento del pianeta è già in atto. La temperatura media globale è aumentata di 1,1 gradi rispetto ai livelli preindustriali. Si va verso un aumento di tre gradi entro la fine del secolo, non di 1,5 o due, che era l’obiettivo dell’accordo di Parigi. Secondo, entro il 2050 decine di milioni di persone in più soffriranno la fame, 130 milioni in più saranno in povertà estrema, centinaia di milioni vivranno in zone a rischio d’inondazione, 350 milioni in più avranno problemi di siccità e ancora di più subiranno ondate di calore. Terzo, ci potrebbero essere conseguenze irreversibili, tra cui lo scioglimento dei ghiacciai di Groenlandia e Antartide occidentale, e la trasformazione di parte della foresta amazzonica in savana. Il quarto punto è dedicato alle azioni da intraprendere per prepararsi alla crisi. Per esempio, potrebbe essere utile piantare foreste di mangrovie per proteggere le coste. Ma sarà necessario un cambiamento negli stili di vita e nei consumi.
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Questo articolo è uscito sul numero 1416 di Internazionale, a pagina 106. Compra questo numero | Abbonati