Il risultato più significativo delle elezioni legislative algerine del 12 giugno è stato l’affluenza bassissima, scrive il quotidiano algerino Le Jeune Indépendant. Le autorità elettorali hanno reso noto che il tasso “medio” di partecipazione è stato del 30 per cento, ma molti si sono chiesti se l’uso di questa dicitura insolita non nascondesse un dato più basso. Il movimento dell’hirak, la rivolta popolare cominciata nel 2019, aveva invitato gli elettori al boicottaggio e nelle regioni storicamente più ribelli, come la Cabilia, l’affluenza è stata minima. Prima del voto erano stati arrestati alcuni giornalisti, che hanno denunciato un “accanimento giudiziario”. È stato anche ritirato l’accredito all’emittente francese France24 perché aveva seguito le manifestazioni antigovernative. Secondo El Watan, se si considera che anche “alle presidenziali del 2019 l’astensione aveva raggiunto il 60 per cento, ed era salita al 70 per cento al successivo referendum costituzionale, è evidente che gli algerini non credono più nelle elezioni. L’esecutivo dovrebbe fermarsi a riflettere sulla sua posizione”. ◆
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Questo articolo è uscito sul numero 1414 di Internazionale, a pagina 22. Compra questo numero | Abbonati