◆ Una siccità temporanea può ridurre in modo permanente la portata dei fiumi, amplificando gli effetti della crisi climatica e complicando gli sforzi di adattamento dei governi. L’ipotesi, che dovrà essere verificata raccogliendo ulteriori dati, è stata avanzata da uno studio condotto in Australia. Tra il 2001 e il 2009 lo stato del Victoria, nel sudest del paese, è stato colpito da una grave siccità, chiamata Australian millennium drought. Quel periodo è stato seguito da anni di piogge normali, ma alcuni fiumi non si sono ancora ripresi.
Lo studio, pubblicato sul settimanale statunitense Science, ha analizzato più di 160 bacini fluviali, composti dal fiume principale e da corsi d’acqua minori. Alcuni bacini si trovano in uno stato stabile di flusso minore, ma le cause del fenomeno non sono del tutto chiare: la regione è priva di laghi o invasi, e il corso dei fiumi non è regolato e non ci sono prelievi. Dove viene smaltita la pioggia? Secondo i ricercatori è aumentata l’evaporazione. Durante la siccità la vegetazione e il suolo potrebbero aver subìto cambiamenti che hanno fatto aumentare le perdite di acqua. Lo studio smentisce l’idea molto diffusa che dopo una siccità le piogge possono sempre riportare l’ambiente alla situazione di prima. Bisognerebbe però capire meglio perché alcuni fiumi hanno recuperato il loro regime e altri no. Questo permetterebbe di gestire meglio le risorse idriche in tempi di crisi climatica, che obbligano a scelte oculate.
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Questo articolo è uscito sul numero 1410 di Internazionale, a pagina 104. Compra questo numero | Abbonati