James Lasdun (Jeremy Sutton-Hibbert, Getty)

Il narratore del nuovo romanzo di James Lasdun è uno scrittore britannico senza nome che vive a nord di New York. Ha un amico, Marco Rosedale, lui pure britannico e residente a Brooklyn. Marco è un uomo elegante di mezza età, famoso autore di documentari televisivi. La storia comincia con i due uomini che partecipano a una conferenza sullo stupro e la memoria. Un tema importante, come sottolinea il narratore citando “la nube che minaccia il paese sotto forma di un molestatore seriale di donne che ha vinto la nomination repubblicana per le prossime elezioni presidenziali”. La trama entra nel vivo quando Marco viene a sapere che una donna con cui ha lavorato in passato, Julia Gault, ha scritto un libro di memorie, non ancora pubblicato, in cui allude a una notte in un hotel in cui, dice, lui l’ha violentata. Marco capisce fin troppo bene a cosa andrebbe incontro se il libro dovesse uscire. Avvia una battaglia legale per sopprimere la dichiarazione diffamatoria. Nel clima attuale, pensa Marco, c’è “un tacito accordo secondo cui è meglio che qualche innocente sia rovinato piuttosto che un solo colpevole la faccia franca”. Paragona la situazione di oggi alla giustizia politica sovietica: “La denuncia al mattino. La smentita a mezzogiorno. Il plotone d’esecuzione la sera”. Prende perfino in considerazione l’idea di farne un documentario. Sorgono ulteriori complicazioni legali, e le simpatie del narratore cominciano a spostarsi quando fa i conti con l’impotenza e il dolore dell’accusatrice del suo amico, “la povera Julia”, come ora la chiama. Si scopre sempre più perplesso. Poi arriva il momento del suo lungo incontro faccia a faccia con Julia, in un appartamento in una zona anonima dell’East End di Londra. Lei parla con rabbia di Marco, delle sue connessioni nelle alte sfere e dello stigma che si attacca alle donne che dichiarano di aver subìto abusi sessuali. Nel frattempo le presidenziali si avvicinano minacciosamente, con nuove accuse di maltrattamenti rivolte al candidato repubblicano. È una riflessione drammaticamente appropriata sulle donne e sulla loro condizione di sopravvissute. Patrick McGrath, The New York Times

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Questo articolo è uscito sul numero 1408 di Internazionale, a pagina 88. Compra questo numero | Abbonati