L a grave carenza globale di processori non sta mettendo in difficoltà solo le case automobilistiche, ma sta colpendo anche i produttori di smartphone, televisori ed elettrodomestici, scrive il Financial Times. I problemi nella produzione di processori sono cominciati con l’esplosione della domanda di dispositivi elettronici e le interruzioni del lavoro nelle fabbriche durante la pandemia di covid-19. La crisi si è aggravata anche a causa delle sanzioni statunitensi che coinvolgono alcune grandi aziende tecnologiche cinesi: queste misure hanno reso più difficile la fornitura di componenti essenziali per la fabbricazione di prodotti come le lavatrici o i tostapane. I processori disponibili, inoltre, sono spesso convogliati verso i settori che garantiscono margini di guadagno maggiori, come l’alta tecnologia. Tra le aziende più colpite ci sono le sudcoreane Samsung e Lg Electronics, che prevedono ritardi e difficoltà anche nel 2022. Ma i processori, aggiunge la Frankfurter Allgemeine Zeitung, non sono gli unici componenti che stanno mettendo in difficoltà l’industria manifatturiera. Secondo l’Istituto per la ricerca economica (Ifo) dell’università di Monaco di Baviera, in Germania, ci sono problemi anche con alcuni metalli, la plastica e una serie di prodotti chimici. In Germania, in particolare, l’Ifo stima che queste difficoltà riguardino il 45 per cento delle aziende manifatturiere. Le più colpite sono quelle che producono articoli di gomma e di plastica, veicoli e strumentazioni elettroniche. ◆
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Questo articolo è uscito sul numero 1407 di Internazionale, a pagina 101. Compra questo numero | Abbonati