Dall’inizio di marzo in Argentina i contagi non hanno mai smesso di aumentare, colpendo soprattutto l’area metropolitana di Buenos Aires, la più densamente popolata del paese. In questo contesto, con picchi giornalieri superiori ai 25mila nuovi casi, il presidente peronista Alberto Fernández ha annunciato il 7 aprile una serie di nuove restrizioni, tra cui il divieto di circolare di notte e d’invitare a casa persone esterne al nucleo familiare. Una settimana dopo Fernández “ha vietato anche le attività sportive, culturali, ricreative e religiose nei luoghi chiusi e ha decretato la chiusura delle scuole nella regione intorno alla capitale”, scrive Página 12. La decisione è stata accolta con proteste e _cacerolazos _(manifestazioni rumorose con le pentole). Poco dopo il sindaco di Buenos Aires Horacio Rodríguez Larreta, all’opposizione, si è detto contrario alla decisione del governo e il 19 aprile ha annunciato che gli studenti di Buenos Aires andranno regolarmente in classe fino a quando la corte suprema non si pronuncerà sulla questione. Secondo il quotidiano, Larreta sta politicizzando una decisione di salute pubblica. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1406 di Internazionale, a pagina 24. Compra questo numero | Abbonati