Il nuovo presidente e direttore dell’agenzia di stampa tunisina Tap, Kamel ben Younes, si è dimesso il 19 aprile, dopo giorni di proteste dei giornalisti, secondo cui la sua nomina avrebbe compromesso l’indipendenza del servizio pubblico. Ben Younes, nominato all’inizio di aprile, era accusato di essere troppo vicino al partito islamico Ennahda e di aver partecipato alla repressione dei mezzi d’informazione durante il regime di Zine el Abidine ben Ali. Il sit-in di protesta organizzato dai giornalisti davanti alla sede della Tap, che il 13 aprile era stato disperso con la violenza dalla polizia per consentire l’ingresso del direttore, è stato sospeso, conferma il sito tunisino Kapitalis.

Nel vicino Marocco, intanto, “il clima repressivo contro la stampa aumenta”, denuncia El Watan, raccontando lo sciopero della fame di Omar Radi e Soulaiman Raissouni, due giornalisti in detenzione preventiva, rispettivamente da otto e dieci mesi. Radi e Raissouni sostengono di essere incarcerati per motivi politici e chiedono che gli siano garantiti la libertà provvisoria e un processo equo. Il 14 aprile centosessanta giornalisti marocchini hanno firmato una petizione in cui esprimono “grande inquietudine” per la sorte dei colleghi. Due giorni dopo la polizia ha impedito un raduno in loro sostegno davanti al parlamento di Rabat.

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Questo articolo è uscito sul numero 1406 di Internazionale, a pagina 32. Compra questo numero | Abbonati