Per il Benin e il Ciad l’11 aprile è stata una domenica elettorale piuttosto calma. “È la calma che precede la tempesta?”, si chiede il quotidiano senegalese Wakat Séra. “In entrambi i paesi i seggi sono stati disertati dagli elettori perché purtroppo la competizione, a Porto-Novo come a N’Djamena, era falsata. Per tenersi strette le poltrone infatti, sia il presidente beninese Patrice Talon ( nella foto ) sia il ciadiano Idriss Déby Itno hanno svuotato il campo dai loro oppositori. Gli avversari più forti sono stati esclusi dalla corsa al potere e hanno chiesto ai loro sostenitori di boicottare il voto”. “La prospettiva della presidenza a vita”, continua il giornale, “è il fine che giustifica i mezzi e le costituzioni in Africa sembrano essere state scritte solo per essere violate in tutta impunità, in barba a un popolo impotente e a un’opposizione imbavagliata. E i risultati del voto sono già scritti per far piacere al potente di turno, com’è successo a Gibuti, dove il 9 aprile Omar Ismaïl Guelleh, 73 anni, è stato confermato per un quinto mandato con il 98,58 per cento dei voti”. Il 13 aprile la commissione elettorale beninese ha annunciato la vittoria di Talon al primo turno con l’86 per cento dei voti. ◆In un naufragio al largo di Gibuti sono morti 42 migranti africani che scappavano dalla guerra nello Yemen. L’ha annunciato il 12 aprile l’Organizzazione internazionale per le migrazio ni.
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Questo articolo è uscito sul numero 1405 di Internazionale, a pagina 23. Compra questo numero | Abbonati