I l 22 gennaio 2021, diciannove corpi carbonizzati sono stati trovati in una strada di campagna nel Tamaulipas, uno stato nordorientale del Messico al confine con gli Stati Uniti. Sedici delle vittime erano guatemalteche e le altre di origine messicana. I corpi si trovavano all’interno di un camioncino colpito da 113 proiettili e poi bruciato. La strage, secondo gli investigatori, sarebbe legata a una disputa tra gruppi criminali per il controllo delle rotte dei migranti.

La maggior parte delle vittime guatemalteche proveniva dalla comunità indigena di Comitancillo, al confine con il Messico, e cercava di raggiungere gli Stati Uniti alla ricerca di migliori condizioni di vita. I sedici migranti sono stati probabilmente uccisi nello stato di Tamaulipas, la via più breve per raggiungere gli Stati Uniti dal sud, ma anche la più pericolosa per la presenza delle bande criminali che rapiscono e uccidono i migranti. Camargo, la città dove sono stati trovati, è stata duramente colpita dagli scontri tra il cartello del nordest, che controlla una parte dello stato di Nuevo León, e il cartello del Golfo, attivo da decenni nel Tamaulipas.

Il presidente del Guatemala, Alejandro Giammattei, ha promesso che sarà aperta un’indagine sul massacro e ha dichiarato tre giorni di lutto nazionale. Il 3 febbraio dodici poliziotti dello stato di Tamaulipas sono stati arrestati con l’accusa di aver partecipato all’uccisione dei migranti.

Il 12 marzo i corpi delle vittime, avvolti dalla bandiera guatemalteca, sono stati consegnati ai familiari. Il fotografo Nicolò Filippo Rosso ha documentato i funerali celebrati dalle famiglie a Comitancillo. “Le bare sono state trasportate dai familiari e dagli amici passando per piantagioni di caffè e strade dissestate fino agli affollati cimiteri. I parenti portavano mazzi di fiori e i mariachi suonavano trombe e sassofoni davanti alle tombe. Altri parenti portavano le foto delle vittime, di cui alcune molto giovani”, racconta.

Dal 2018 la migrazione dall’America Centrale è aumentata. La maggior parte dei migranti fugge dalla criminalità, sperando di trovare un lavoro negli Stati Uniti. Più della metà dei 17 milioni di abitanti del Guatemala vive in povertà.

La processione verso il cimitero
La bara di Edgar López trasportata su un furgone dai suoi familiari
La famiglia di Santa Cristina García Pérez guarda un servizio sui migranti uccisi nel Tamaulipas in tv
Durante il funerale di Rivaldo Jiménez Ramírez, Santa Cristina García e Ivan Gudiel Pablo
la processione verso il cimitero di Tuilelén, a Comitancillo, per la sepoltura di Rivaldo Jiménez Ramírez, Santa Cristina García e Ivan Gudiel Pablo, tre dei migranti uccisi nello stato di Tamaulipas, nel nordest del Messico.
il funerale di tre migranti al cimitero di Tuilelén.
i familiari di un migrante ucciso trasportano la bara durante il funerale.
Evelin López con una foto del padre, Edgar López, durante la sepoltura.

Nicolò Filippo Rosso è un fotografo italiano nato nel 1985. Vive in Colombia. Le foto di queste pagine sono state scattate il 13 e il 14 marzo 2021 a Comitancillo, nel dipartimento occidentale di San Marcos, in Guatemala . Il servizio è stato realizzato per il Washington Post.

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Questo articolo è uscito sul numero 1403 di Internazionale, a pagina 72. Compra questo numero | Abbonati