La tempesta di polvere che ha investito Pechino il 15 marzo era cominciata due giorni prima in Mongolia, dove ha causato dieci morti, centinaia di dispersi e ha ucciso almeno 1.200 capi di bestiame, una delle principali fonti di reddito nel paese. Le tempeste di sabbia in questo periodo sono un fenomeno abituale, ma a causa dei cambiamenti climatici la loro frequenza nel paese sta aumentando, scrive Caixin. Più di tre quarti del territorio della Mongolia, con 3,4 milioni di abitanti e incastonata tra la Cina e la Russia, sono a rischio desertificazione. Molti studi puntano il dito contro l’eccessivo sfruttamento dei pascoli. E la dipendenza del paese dall’agricoltura e dal settore minerario sta portando l’ecosistema al collasso.
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Questo articolo è uscito sul numero 1403 di Internazionale, a pagina 26. Compra questo numero | Abbonati