Una settimana dopo le elezioni del 17 marzo, la partita a scacchi per la formazione del nuovo governo olandese si annuncia molto complicata, scrive Trouw. I risultati hanno “condannato” a collaborare i grandi vincitori del voto, il Vvd del premier Mark Rutte e i D66. I due partiti liberali però dispongono insieme di 58 seggi, e hanno idee molto diverse su come raggiungere i 76 che servono per avere la maggioranza in parlamento. La leader dei D66 Sigrid Kaag si è impegnata a creare il governo “più progressista possibile”, ma la sua promessa appare difficile da realizzare dopo la sconfitta dei partiti di sinistra. Rutte invece preferirebbe andare avanti con una coalizione orientata verso il centrodestra che comprenda i cristianodemocratici del Cda, e sarebbe disposto a includere perfino i populisti di destra di Ja21, che però si oppongono alle nuove leggi sul clima e vorrebbero un referendum sull’uscita dall’euro. Il premier avrà bisogno di ampio sostegno per approvare il pacchetto di rilancio dell’economia che ha promesso, e di fronte all’emergenza sanitaria gli olandesi non sembrano disposti a tollerare che le trattative vadano avanti per mesi, com’era accaduto nel 2017. ◆
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Questo articolo è uscito sul numero 1402 di Internazionale, a pagina 22. Compra questo numero | Abbonati