Le ragazze sono forti
◆ L’articolo “Le ragazze sono forti” (Internazionale 1399) mi ha lasciato perplessa. Raccogliendo varie opinioni, è emerso che il giudizio generale sull’articolo è negativo. I problemi principali sono di contenuto: è superficiale, e a tratti pericoloso, nel trattare questioni delicatissime per le ragazze, a livello sia psicologico sia fisico; banale e farcito di luoghi comuni su attivismo e amicizia, in cui contrappone ragazzi e ragazze; in alcuni punti discriminatorio, come nelle affermazioni sul femminismo o sull’identità dei ragazzi. Pubblicare nella settimana dell’8 marzo, in cui l’attenzione è focalizzata sulla parità di genere, un articolo settario ed elitario (riguarda un gruppo molto ristretto di persone, ragazze dagli 11 ai 16 anni che vivono nei paesi ricchi) è stato uno spreco. A un lettore non attento si dà l’impressione che siano stati fatti enormi passi avanti sulla questione dei diritti delle donne, ripetendo continuamente che ora le ragazze stanno meglio rispetto al passato, ma anche rispetto ai ragazzi (contribuendo, quindi, al gender gap). Credo che la realtà sia molto più complessa di così, e che un articolo che affrontasse approfonditamente almeno uno dei temi appena toccati dall’Economist sarebbe stato più adeguato.
Desirée Altobelli
◆ Abbiamo letto l’articolo “Le ragazze sono forti” e siamo rimaste spiacevolmente sorprese dalla scelta di inserirlo nel vostro giornale. Ci siamo chieste perché, in un articolo che si propone di parlare di femminismo e attivismo, non si mettono in evidenza le reali cause dei fenomeni riportati e quindi il loro legame con un sistema ancora fortemente patriarcale. Per noi, ragazze che viviamo in occidente e che quotidianamente lottiamo per raggiungere la parità di genere, il percorso da compiere è ancora lungo. Sentiamo sulla nostra pelle e su quella delle nostre sorelle i segni della violenza patriarcale e della società misogina in cui cerchiamo di sopravvivere. Parliamo di catcalling, degli obiettori nei consultori, del gender gap, di femminicidi, ma anche di mascolinità tossica, della sbagliata rappresentazione di vittima e carnefice nel giornalismo, della criminalizzazione del sex work. Con i suoi articoli, un giornale importante e rispettabile come il vostro, potrebbe contribuire a risvegliare gli animi e ad accorciare il cammino verso un mondo più equo.
Anna Ghedina e Irene Rizzi
Errata corrige
◆ Nell’oroscopo del numero 1401, nel segno dei Pesci, la dimostrazione di Hertz è avvenuta nel 1886.
Errori da segnalare? correzioni@internazionale.it
Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it
Questo articolo è uscito sul numero 1402 di Internazionale, a pagina 16. Compra questo numero | Abbonati