◆ La foresta pluviale indonesiana occupa solo l’1 per cento delle terre emerse del pianeta, ma ospita il 10 per cento delle specie vegetali, il 12 per cento delle specie di mammiferi e il 17 per cento delle specie di uccelli. Distribuita su circa 18mila isole, è la terza foresta pluviale più grande del mondo dopo quella amazzonica e quella del bacino del Congo.
I dati satellitari indicano che negli ultimi decenni c’è stata un’accelerazione della deforestazione in Indonesia, ma secondo l’organizzazione Global forest watch la situazione è migliorata a partire dal 2017, soprattutto sulle isole di Sumatra e del Borneo. In alcune aree della provincia di Papua, sull’isola della Nuova Guinea, la situazione è invece peggiorata.
Le immagini mostrano la distruzione della foresta a sud del fiume Digul, avvenuta tra il 2011 e il 2016. La foto in alto è stata scattata dal satellite Landsat 5 della Nasa nel 2002, quella in basso dal Landsat 8 nel 2019. I dati indicano che 750mila ettari di foresta, il 2 per cento del totale, sono stati distrutti nella provincia di Papua tra il 2001 e il 2019: il 28 per cento per fare posto alle piantagioni industriali (olio di palma e legno per carta), il 23 per cento per l’agricoltura itinerante, il 16 per cento per il disboscamento selettivo, il 15 per cento per progetti urbani, l’11 per cento per l’espansione di fiumi e laghi, il 5 per cento per gli incendi e il 2 per cento per le attività minerarie.
Dato che un tempo era collegata all’Australia, la Nuova Guinea ospita alcuni marsupiali insoliti, come il canguro arboricolo e il dorcopside di Macleay. Ci sono anche due specie di echidna, un mammifero che depone le uova.
–Adam Voiland (Nasa)
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Questo articolo è uscito sul numero 1402 di Internazionale, a pagina 99. Compra questo numero | Abbonati