“La scorsa settimana un principe del Bahrein e la sua scorta sono arrivati in Nepal per scalare l’Everest portando con sé duemila dosi di vaccino Sinopharm contro il covid-19”, scrive l’Observer. Si è trattato di “un gesto d’amicizia” del Bahrein verso gli abitanti di un villaggio che di recente ha dato ad alcune colline i nomi dei reali dello stato del Golfo. Le autorità nepalesi hanno confiscato le dosi perché il vaccino cinese non è ancora stato autorizzato nel paese, se non per le emergenze, spiega il Kathmandu Post. “Il regalo mancato è l’esempio più bizzarro della frenetica distribuzione di vaccini in omaggio in tutta l’Asia”, continua l’Observer, “e la rivalità tra Cina e India negli ultimi mesi si è trasformata in una gara per offrire dosi di vaccino in giro per il mondo”. L’India, che ha una capacità straordinaria di produrre vaccini e ha la licenza per la produzione dell’AstraZeneca, ha donato finora 60 milioni di dosi. Anche perché per poter organizzare la campagna vaccinale nazionale, la più grande della storia, New Delhi ha avuto bisogno di tempo. La Cina offre gratis i suoi vaccini a 69 nazioni e li esporta in altre 28. Ma ora che i due paesi devono vaccinare i loro cittadini, la “gara di solidarietà” potrebbe rallentare e la fornitura di vaccini all’estero potrebbe subire ritardi.

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Questo articolo è uscito sul numero 1402 di Internazionale, a pagina 35. Compra questo numero | Abbonati