◆ Le città devono adattarsi alla crisi climatica, dice l’architetto e urbanista Albert Levy in un articolo pubblicato su Le Monde. Secondo Levy, le città e le regioni hanno un ruolo importante nella lotta al riscaldamento globale e possono compensare le mancanze dei governi nazionali. È già successo negli Stati Uniti dopo il ritiro dall’accordo di Parigi deciso dall’ex presidente Donald Trump: nel 2018 sedici stati e 412 città si sono uniti nella U.S. climate alliance per accelerare la transizione ecologica.

È importante ricordare che le città sono in qualche modo responsabili di gran parte delle emissioni di gas serra e che, per ridurle, hanno a disposizione degli strumenti, tra cui la possibilità d’intervenire sulla mobilità, sull’edilizia e sull’illuminazione pubblica.

Tuttavia, secondo Levy, è già tardi per evitare alcune conseguenze del cambiamento climatico. Serve quindi una profonda revisione degli attuali modelli urbanistici per limitare i nuovi rischi. Per esempio, sempre più spesso bisognerà affrontare periodi con temperature molto alte. Sarebbe quindi importante ridurre la densità urbana e ampliare le aree naturali delle città, evitando l’effetto “isola di calore”. In passato è stato l’uso intensivo delle fonti fossili a dare forma alle città, rendendole energivore. Oggi è fondamentale sviluppare nuovi modelli che prevedano una transizione ecologica, e contemporaneamente aiutino le città a contenere il rischio climatico.

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Questo articolo è uscito sul numero 1398 di Internazionale, a pagina 90. Compra questo numero | Abbonati