Più di due milioni di persone sono al momento in carcere negli Stati Uniti, in “gabbia”, come dice in modo molto crudo il sociologo Reuben Jonathan Miller. Ma nel suo saggio Halfway home, Miller ha deciso di capire cosa succede dopo la detenzione. In che modo la prigione segue “come un fantasma” chi ci è stato, circa 19 milioni e mezzo di statunitensi che non possono esorcizzare in nessun modo questo spettro. Secondo Miller, che insegna all’università di Chicago, quella a cui devono prepararsi gli ex detenuti è una “forma alternativa di cittadinanza”. Ci sono circa 45mila leggi, federali e statali, che regolano la loro vita, dove possono o non possono lavorare, abitare e votare. Di fatto vivono in una “società nascosta”, in una “realtà legale alternativa”. Le conclusioni di Miller non sono incoraggianti. Le profonde riforme necessarie per risolvere il problema potrebbero non bastare se non cambia la percezione rispetto a chi ha pagato il debito con la giustizia. Una percezione che finisce per condizionare gli stessi ex detenuti.
The New York Times

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Questo articolo è uscito sul numero 1397 di Internazionale, a pagina 78. Compra questo numero | Abbonati