Il 9 febbraio è cominciato al senato il processo contro Donald Trump, messo in stato d’accusa dalla camera dei rappresentanti per aver cercato di restare al potere nonostante la sconfitta alle elezioni presidenziali e per aver istigato i suoi sostenitori a prendere d’assalto il congresso, il 6 gennaio 2021. La difesa di Trump si basa soprattutto sulla tesi che un presidente non possa essere processato dal congresso dopo aver lasciato l’incarico. I democratici sostengono che, se fosse così, sarebbe impossibile vigilare sulle azioni di un presidente nelle ultime settimane del suo mandato. “Sarà un processo breve (potrebbe chiudersi già nei prossimi giorni) e l’esito non sembra in discussione: Trump sarà assolto perché sono pochissimi i senatori repubblicani disposti a schierarsi contro di lui”, scrive il Wall Street Journal. Ma il processo avrà conseguenze importanti, soprattutto per il futuro del Partito repubblicano, che dopo l’uscita di scena di Trump sembra sempre più diviso: alcuni vogliono prendere le distanze dall’ex presidente e riportare il partito su posizioni più moderate, ma tanti altri non sono d’accordo, anche perché sanno che una buona parte dell’elettorato conservatore e i leader repubblicani dei singoli stati continuano a sostenere Trump. Secondo alcuni commentatori, la situazione potrebbe portare a una spaccatura.
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Questo articolo è uscito sul numero 1396 di Internazionale, a pagina 34. Compra questo numero | Abbonati