Il governo del Cairo comincia a preoccuparsi per le critiche sempre più frequenti verso l’Egitto mosse dai politici e dai mezzi d’informazione italiani. Lo rivela Al Araby al Jadid, che cita fonti diplomatiche egiziane. In particolare si teme che Roma possa revocare la vendita di armi all’Egitto, come ha deciso di fare il 29 gennaio nei confronti di Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti. Secondo il quotidiano panarabo, inoltre, Il Cairo è indirettamente coinvolto nella guerra nello Yemen a causa della sua alleanza con i due paesi del Golfo. Ed esiste la possibilità, al momento non confermata, che li stia rifornendo delle armi comprate di recente da alcuni paesi europei, tra cui l’Italia. Il giornale sottolinea che la società civile italiana sta facendo pressioni sul governo per applicare nei confronti dell’Egitto la legge 185 del 1990, che vieta di vendere armi a paesi in guerra o dove sono violati i diritti umani. Inoltre cresce l’insofferenza per il fatto che le autorità egiziane non stanno collaborando con la giustizia italiana nel caso di Giulio Regeni, il ricercatore italiano sequestrato al Cairo il 25 gennaio 2016 e ritrovato morto il successivo 3 febbraio con evidenti segni di tortura sul corpo. Mentre il 2 febbraio 2021 la detenzione di Patrick Zaki, attivista egiziano e studente all’università di Bologna, è stata rinnovata di altri 45 giorni.
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Questo articolo è uscito sul numero 1395 di Internazionale, a pagina 31. Compra questo numero | Abbonati