Una ragazza un po’ selvaggia e bloccata in una spirale distruttiva è notata da un funzionario dei servizi segreti. Viene reclutata, imbellita, addestrata e trasformata in un’arma letale. Dovrà imparare a sopravvivere a missioni sempre più pericolose e gestire contemporaneamente la sua vita sentimentale. In sostanza il film racconta la conquista, con la seduzione e con il sangue, di una libertà individuale femminile nella giungla contorta e spietata non solo della sicurezza nazionale, ma della vita stessa. Sarete sorpresi di scoprire che non state leggendo la trama di Nikita, film di Luc Besson di più di vent’anni fa, con una magnifica Anne Parillaud come protagonista. Queste righe devono però suonare come un avvertimento: Anna, il nuovo film di Besson, è una versione contemporanea di quel film, meno riuscita e meno coinvolgente, nonostante una costruzione narrativa ben più ambiziosa. Si potrebbe definire una versione cubista di Nikita. Jacques Mandelbaum, Le Monde
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Questo articolo è uscito sul numero 1395 di Internazionale, a pagina 80. Compra questo numero | Abbonati