Il 27 novembre il Sudafrica ha contestato la decisione del presidente statunitense Donald Trump di escluderlo dal prossimo vertice del G20, che si svolgerà negli Stati Uniti nel 2026, ricordando di essere membro di diritto del gruppo e di non poter essere escluso unilateralmente.
Washington e Pretoria sono ai ferri corti su varie questioni. Negli ultimi mesi Trump aveva più volte attaccato il presidente sudafricano Cyril Ramaphosa e il suo governo, accusandoli in particolare di “perseguitare” la minoranza bianca, mentre Pretoria aveva risposto che si tratta di “notizie false”.
Lo scorso fine settimana Washington ha boicottato il vertice del G20 a Johannesburg, e il 26 novembre Trump ha annunciato che il Sudafrica non sarà invitato al vertice del 2026, che si svolgerà in un circolo di golf di sua proprietà a Miami.
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Il presidente statunitense aveva motivato l’esclusione con le “orribili violazioni dei diritti umani” di cui, secondo lui, sono vittime gli agricoltori bianchi in Sudafrica, e con il rifiuto di Pretoria di trasmettere a un diplomatico dell’ambasciata statunitense, in assenza di rappresentanti di più alto livello, la presidenza del G20 dopo il vertice di Johannesburg.
Il 26 novembre il Sudafrica ha infine passato la presidenza del G20 agli Stati Uniti nel corso di una cerimonia discreta che si è svolta al ministero degli esteri.
Il Sudafrica ha reagito alle parole di Trump ricordando di essere membro di diritto del G20 e di non poter quindi essere escluso con decisione unilaterale di Washington.
“Il Sudafrica è un paese sovrano e democratico, e non accetta né gli insulti né che sia messo in discussione il suo ruolo nel G20”, ha affermato la presidenza sudafricana in un comunicato.
“È davvero deplorevole che, nonostante la buona volontà mostrata dal presidente Ramaphosa e dal suo governo, e i numerosi tentativi di riallacciare normali relazioni con gli Stati Uniti, il presidente Trump continui a prendere decisioni punitive contro il Sudafrica, basate su una totale disinformazione”, ha aggiunto.
Nei mesi scorsi Trump era arrivato a sostenere, senza alcun fondamento, che i bianchi siano vittime di un genocidio in Sudafrica, riferendosi a una legge che permette al governo, in determinate circostanze e nell’interesse pubblico, di espropriare terreni agricoli senza indennizzo per correggere le storiche disuguaglianze derivanti dalle politiche promosse in epoca coloniale e durante l’apartheid.
La minoranza bianca rappresenta poco più del 7 per cento della popolazione sudafricana, ma nel 2017 possedeva il 72 per cento dei terreni agricoli, secondo i dati del governo.
Un altro importante motivo di tensione tra Pretoria e Washington è la denuncia per genocidio contro Israele presentata alla fine del 2023 dal Sudafrica alla Corte internazionale di giustizia (Cig) per la guerra nella Striscia di Gaza.
Di recente Trump aveva anche imposto al Sudafrica dazi doganali del 30 per cento, i più alti tra i paesi dell’Africa subsahariana.