Il primo ministro belga Bart De Wever ha indetto per il 6 novembre una riunione straordinaria del consiglio nazionale di sicurezza, dopo nuove segnalazioni di droni su due aeroporti, che hanno causato la chiusura dello spazio aereo nella notte tra il 4 e il 5 novembre.

Il moltiplicarsi dei sorvoli da parte di droni, la cui origine rimane sconosciuta, sta suscitando forti preoccupazioni nel paese.

“Il capo del governo, insieme ai principali responsabili della polizia e delle forze armate, valuterà come rispondere a questa minaccia durante una riunione che si terrà il 6 novembre alle 10”, ha annunciato il 5 novembre il governo.

Skeyes, l’azienda responsabile del controllo del traffico aereo in Belgio, ha dovuto sospendere i voli per due volte la sera del 4 novembre, prima intorno alle 20 e poi alle 22, dopo due segnalazioni di droni sugli aeroporti di Bruxelles e Liegi.

Il traffico aereo è poi ripreso gradualmente nel corso della notte, ma decine di voli sono stati cancellati.

Centinaia di passeggeri sono stati costretti a passare la notte all’aeroporto di Bruxelles-National, ha riferito una portavoce dell’azienda che gestisce l’aeroporto della capitale.

La posizione di Germania e Danimarca

Come altri paesi europei, tra cui Danimarca, Germania e Norvegia, anche il Belgio sta affrontando un’intensificazione dei sorvoli di droni presso alcune delle sue infrastrutture chiave.

Nello scorso fine settimana la base militare di Kleine-Brogel, nel nordest del paese, che ospita armi nucleari statunitensi per conto della Nato, era stata sorvolata tre volte, spingendo la procura federale e il servizio di sicurezza militare ad aprire due inchieste.

Il ministro della difesa Theo Francken ha evitato di puntare il dito contro la Russia, limitandosi a denunciare “un’operazione coordinata condotta da professionisti per destabilizzare il paese”.

La sera del 31 ottobre all’aeroporto di Berlino-Brandeburgo, in Germania, i voli erano stati sospesi per circa due ore a causa di un nuovo sorvolo di droni, dopo vari episodi simili a Monaco di Baviera.

La Germania, uno dei principali sostenitori dell’Ucraina, e la Danimarca hanno accusato esplicitamente la Russia di essere responsabile della presenza di droni su alcune delle loro infrastrutture chiave, mentre Mosca ha smentito qualunque coinvolgimento.