Il 30 ottobre la procuratrice di Parigi Laure Beccuau ha annunciato cinque nuovi arresti in relazione allo spettacolare furto al museo del Louvre, tra cui uno dei principali sospettati, ma i gioielli della corona di Francia, del valore stimato di 88 milioni di euro, rimangono introvabili.

Altri due uomini, sospettati di essere tra i quattro autori materiali del furto, erano stati arrestati il 25 ottobre. Quattro giorni dopo erano stati incriminati e posti in custodia cautelare.

Tra i cinque nuovi arrestati “c’è uno dei presunti membri del commando”, ha affermato Beccuau. “Tracce di dna collegano quest’uomo, che figurava tra i principali sospettati, al furto commesso il 19 ottobre”, ha precisato.

“Per quanto riguarda gli altri quattro, si tratta di persone che potrebbero fornirci informazioni su come si sono svolti i fatti”, ha aggiunto.

I cinque nuovi arresti sono avvenuti a Parigi e nella sua periferia, in particolare nel dipartimento Seine-Saint-Denis, a nord della capitale.

“Le perquisizioni effettuate in serata e nella notte non ci hanno però permesso di recuperare il bottino”, ha dichiarato Beccuau.

La procuratrice ha poi lanciato un messaggio alle persone coinvolte nel furto, autori materiali ed eventuali mandanti: “Chi è attualmente in possesso dei gioielli deve sapere che la giustizia terrà conto di un’eventuale collaborazione al loro recupero”.

“I nuovi arresti non sono legati alle dichiarazioni dei primi due indagati, ma ad altri elementi”, tra cui tracce di dna, strumenti di videosorveglianza e contatti telefonici, ha precisato Beccuau.

Dei due incriminati, uno era stato arrestato all’aeroporto di Roissy mentre cercava di raggiungere l’Algeria e l’altro ad Aubervilliers, un comune a nord di Parigi.

Attribuito alla criminalità organizzata, il furto in pieno giorno nel più grande museo del mondo, che accoglie circa nove milioni di visitatori all’anno ed espone 35mila opere, aveva fatto scalpore in tutto il mondo.

Il 19 ottobre, intorno alle 9.30, due ladri a volto coperto su un montacarichi avevano tagliato una vetrata del museo con una sega circolare, introducendosi nella galleria di Apollo, commissionata da Luigi XIV, che ospita “la collezione reale di gemme e diamanti della corona”, e rubato nove gioielli, tutti dell’ottocento.

La corona dell’imperatrice Eugenia, moglie di Napoleone III, era stata poi abbandonata dai ladri durante la fuga.