Una persona è morta e più di cento sono rimaste ferite negli scontri scoppiati a Lima, nella notte tra il 15 e il 16 ottobre, al termine di una grande manifestazione dei giovani contro la classe politica e la criminalità organizzata.
Altre iniziative di protesta sono state segnalate ad Arequipa (sud), Cuzco (sudest) e Puno (sudest).
Nella capitale alcuni manifestanti si sono scontrati con le forze di sicurezza, e un uomo di 32 anni, Eduardo Ruiz Sanz, è rimasto ucciso, come ha riferito il nuovo presidente ad interim José Jeri.
Secondo l’ong peruviana Coordinamento nazionale per i diritti umani, “la vittima è stata raggiunta da un colpo di arma da fuoco, forse sparato da un poliziotto in borghese”.
Inoltre, secondo un bilancio fornito sul social network X dall’ufficio del difensore civico, “102 persone – 24 civili e 78 poliziotti – sono state ammesse negli ospedali della capitale per ricevere cure”.
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Negli ultimi sei mesi i cittadini erano più volte scesi in piazza per protestare contro un’ondata di estorsioni e omicidi attribuita alla criminalità organizzata, che il governo e le forze di sicurezza faticano a contenere.
L’aumento delle violenze ha avuto un ruolo importante nella destituzione della presidente Dina Boluarte, avvenuta nella notte tra il 9 e il 10 ottobre.
Jeri, 38 anni, che fino a quel momento presiedeva il congresso della repubblica, il parlamento unicamerale peruviano, guiderà il paese fino al 26 luglio 2026, mentre le elezioni presidenziali e legislative sono previste ad aprile.
Come le precedenti manifestazioni, anche quelle del 15 ottobre erano state indette, prima della destituzione di Boluarte, dal movimento giovanile Gen Z.
Nella tarda serata, quando la protesta volgeva al termine, alcuni manifestanti hanno cercato di abbattere le barriere di sicurezza all’esterno del congresso, ha riferito un giornalista dell’Afp.
La polizia ha reagito affrontando i manifestanti con scudi e manganelli, e sparando lacrimogeni.
Jeri ha denunciato “la presenza, all’interno di una manifestazione pacifica, di delinquenti che puntano a seminare il caos”.
Anche le organizzazioni femministe – mobilitate contro il nuovo presidente, che è stato oggetto di una denuncia per stupro, archiviata ad agosto – hanno partecipato alla manifestazione.