Il 16 settembre un giudice dello stato di New York ha respinto le accuse di terrorismo nei confronti di Luigi Mangione, incriminato per l’omicidio di Brian Thompson, amministratore delegato del colosso assicurativo sanitario UnitedHealthcare.

Il giudice ha inoltre riferito che la prossima udienza si terrà il 1 dicembre, mentre non è ancora stata fissata una data per l’apertura del processo.

Se sarà riconosciuto colpevole nel processo statale, Mangione rischia una condanna all’ergastolo senza possibilità di liberazione condizionale. Ma potrebbe essere condannato alla pena di morte in un procedimento parallelo condotto a livello federale.

Mangione, 27 anni, proveniente da una ricca famiglia di origine italiana di Baltimora, nel Maryland, è accusato di aver ucciso a sangue freddo Thompson, 50 anni, in una strada di Manhattan il 4 dicembre 2024.

Si sarebbe trattato di un gesto di protesta contro le pratiche delle aziende di assicurazione sanitaria, accusate di realizzare enormi profitti sulla pelle dei pazienti.

L’omicidio aveva suscitato grande scalpore negli Stati Uniti, ed era stato accompagnato da molti commenti sui social network contro le aziende del settore.

Mangione è arrivato all’udienza, che si è tenuta in un tribunale di Manhattan, in manette e indossando una tuta beige da detenuto, scortato da alcuni poliziotti.

Decine di suoi sostenitori erano presenti sia all’interno sia all’esterno del tribunale.

Una donna teneva un cartello con la foto dell’imputato e la scritta “Non colpevole, liberate Luigi”, mentre un’altra aveva una bandiera italiana con la scritta “L’assistenza sanitaria è un diritto umano”.

Durante l’udienza l’avvocata di Mangione, Karen Friedman Agnifilo, si è detta sorpresa dalla simultaneità dei due procedimenti a livello statale e federale, definendo la situazione “molto insolita”.