Il 2 settembre un tribunale turco ha rimosso la leadership a Istanbul del Partito popolare repubblicano (Chp, centrosinistra), la principale formazione d’opposizione, per presunte irregolarità durante il congresso provinciale del 2023. Il Chp ha reagito denunciando “un colpo di stato giudiziario”.

È l’ultimo episodio del giro di vite che le autorità turche stanno conducendo contro il principale partito d’opposizione, e soprattutto contro i suoi leader più popolari, tra cui il sindaco di Istanbul Ekrem İmamoğlu, imprigionato dal 19 marzo.

Il Chp aveva sconfitto il Partito della giustizia e dello sviluppo (Akp), la formazione guidata dal presidente Recep Tayyip Erdoğan, nelle elezioni amministrative del 2024, e continua a guadagnare terreno nei sondaggi.

Il tribunale ha annullato il congresso provinciale del Chp a Istanbul, rimuovendo il suo leader Özgür Celik e altre 195 persone tra membri della direzione e delegati.

Secondo alcuni analisti politici, il vero obiettivo è estromettere l’attuale presidente del partito, Özgür Özel, annullando il congresso nazionale del Chp.

La sera del 2 settembre, dopo una riunione d’emergenza del partito ad Ankara, Özel ha denunciato una “decisione politicamente e giuridicamente nulla”.

“È un colpo di stato giudiziario”, ha aggiunto durante un’intervista all’emittente privata Halk Tv.

Da alcuni mesi il Chp è sottoposto a una crescente pressione giudiziaria, sotto forma di indagini e arresti di suoi membri, spesso accusati di corruzione, come nel caso di İmamoğlu.

L’arresto del sindaco di Istanbul, considerato il principale avversario di Erdoğan nelle prossime elezioni presidenziali, aveva scatenato una grande ondata di proteste nel paese.

Secondo l’analista politico Berk Esen, intervistato dall’Afp, le autorità turche puntano a indebolire il Chp in vista dei prossimi appuntamenti elettorali.

“La Turchia si sta trasformando in un’autocrazia totale, che metterà fine al multipartitismo come lo conosciamo”, ha affermato.