L’11 luglio il presidente statunitense Donald Trump effettuerà una visita in Texas, devastato da alluvioni che hanno causato la morte di almeno 120 persone, in un momento in cui si moltiplicano le accuse contro il governo e le autorità locali.

Il presidente e la moglie Melania sono attesi sul posto a una settimana dal disastro, che ha causato anche più di 170 dispersi.

Il 4 luglio il centro del Texas era stato colpito da piogge torrenziali che avevano causato alluvioni lampo, sorprendendo molti abitanti nel sonno.

Solo nella contea di Kerr sono stati registrati 96 morti, tra cui 36 bambini.

Un centro estivo cristiano per ragazze nella località di Hunt, sulle rive del fiume Guadalupe, ha pagato un prezzo altissimo, con 27 tra bambini e animatori morti nel disastro.

La visita di Trump arriva in un momento in cui ci s’interroga sulla gestione della crisi da parte delle autorità locali e sulle conseguenze dei tagli di bilancio dell’amministrazione Trump sui sistemi d’allerta e di soccorso.

Dopo la catastrofe, quando gli era stato chiesto se avesse intenzione di andare comunque avanti con l’eliminazione graduale della Fema, l’ente federale per la gestione delle emergenze, Trump aveva risposto che non era il momento di parlarne.

“Le risorse del dipartimento della sicurezza interna sono impegnate in un’azione senza precedenti a fianco dei servizi d’emergenza texani”, ha dichiarato il 10 luglio sul social network X la segretaria alla sicurezza interna Kristi Noem.

“La risposta al disastro è stata rapida ed efficace”, ha aggiunto, mentre la Cnn ha rivelato che le operazioni di soccorso della Fema sono state ostacolate da una nuova regola introdotta dal dipartimento per tagliare le spese.

La settimana scorsa la Casa Bianca aveva già risposto alle critiche di chi sosteneva che i tagli di bilancio avessero compromesso l’affidabilità delle previsioni e dei sistemi d’allerta del National weather service (Nws), il servizio meteorologico nazionale.

La portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt aveva dichiarato che il Nws aveva emesso “previsioni accurate e messaggi d’allerta tempestivi”.

Lo sceriffo della contea di Kerr, Larry Leitha, ha dichiarato di essere stato allertato dai servizi d’emergenza “tra le 4 e le 5 del mattino”.

Secondo l’emittente texana Ksat, alle 4.22 del mattino un vigile del fuoco aveva chiesto di attivare il “codice rosso”, un sistema d’allerta che avrebbe permesso d’inviare notifiche dirette sui telefoni degli abitanti di Hunt, la località più colpita, mentre le acque del fiume Guadalupe salivano pericolosamente.

Tuttavia, l’ufficio dello sceriffo aveva chiesto al vigile del fuoco di attendere l’autorizzazione di un superiore.

Il codice rosso era stato attivato solo un’ora e mezza dopo, intorno alle 6 del mattino, quando per molte persone era ormai troppo tardi.