Robinson Meyer, The Atlantic

La nuova app di Facebook non è solo una novità lanciata per festeggiare il suo decimo compleanno: è un cambio di strategia che annuncia una nuova competizione tra i social network.

Questa settimana Facebook ha due buoni motivi per festeggiare: lunedì ha presentato una nuova app per iPhone e martedì ha compiuto dieci anni.

Il lancio di un nuovo software potrebbe sembrare poca cosa rispetto a dieci anni di vita: anni in cui la società è passata da un’idea concepita nella stanza di uno studente a una quotazione in borsa da centocinquanta miliardi di dollari.

Ma la nuova app, che si chiama Paper, è più importante di quanto possa sembrare: trasforma il modo in cui l’azienda interagisce con i suoi consumatori e annuncia una nuova competizione tra i social network. È un cambiamento che potrebbe interessare molte più persone dei semplici possessori di un’iPhone che hanno scaricato l’app lunedì.

Un posto più accogliente

Will Oremus di Slate l’ha spiegato in modo molto chiaro: Paper è Facebook con un altro nome. Ma in più è speciale, con una nuova confezione e nuovi superpoteri.

Per cominciare, il news feed di Facebook è più curato graficamente, con foto a tutto schermo, video e una presentazione migliore di testi e link. Il news feed è quello che si vede quando si apre il sito di Facebook: il modo più importante con cui la società presenta dal 2006 i nuovi contenuti pubblicati sul sito.

Paper soppianta il news feed e mette insieme le “storie” (Facebook parla sempre di storie, che diventano qualcosa di simile all’unità di base dei contenuti) di un gran numero di amici, le homepage dei giornali, i video, e riorganizza tutto per argomenti dandogli un titolo come “Notizie” o “Pianeta”.

In questo ricorda Flipboard, un’app per creare riviste digitali, tranne per il fatto che può attribuire uno stile di design anche ai contenuti pubblicati su Facebook dai vostri amici. Paper è come Facebook con l’aggiunta del design.

L’app permette di pubblicare su Facebook aggiornamenti di stato, foto e storie che possono poi essere viste dai vostri amici. È un modo completamente diverso di presentare le storie pubblicate sul social network.

L’obiettivo è fare in modo che le persone pubblichino ancora più contenuti.

Mike Matas, il capo designer del progetto, ha raccontato a Mike Isaac di Recode: “Cambiando il modo in cui si presentano i contenuti, speriamo che cambi il modo in cui si concepisce la pubblicazione dei contenuti”.

Paper trasforma Facebook in un social network più accogliente, dove si ha voglia di passare il tempo. La settimana scorsa il blogger e imprenditore Anil Dash ha illustrato il problema che Paper sta cercando di risolvere:

(Facebook annuncia Paper, e offre una splendida esperienza di lettura per le storie incoerenti e offensive condivise dai vostri compagni di liceo).

Un nuova squadra

A creare Paper non è stata la squadra principale dei tecnici di Facebook. L’app è stata realizzata da un gruppo separato composto da sviluppatori e designer che in passato avevano lavorato alla Apple.

Matas, il direttore del design dell’app, ha lavorato alla Apple prima di fondare la Push Pop Press, un’azienda che ha avuto vita breve e che produceva ebook per dispositivi basati su iOS. La Push Pop Press è stata acquisita da Facebook quasi tre anni fa.

All’epoca in molti hanno pianto la scomparsa della Push Pop, e John Gruber, che cura un blog dedicato alla Apple, ha scritto: “Mike Matas ha contribuito in maniera rilevante all’ideazione di buona parte dei prodotti migliori della Apple degli ultimi tempi. È una notizia straordinaria, e dimostra che Facebook (e Mark Zuckerberg in particolare) sta dando massima priorità al design”.

“Paper è uno dei prodotti su cui Facebook ha lavorato più a lungo”, ha raccontato Jason Barrett Prado in un post su Quora. E l’atmosfera che si respirava era a metà tra quella della Apple e quella di Facebook.

“Se il motto di Facebook è ‘muoviti in fretta, rompi le cose’”, si legge nel post, “quello della Apple è l’esatto opposto”.

Per questo Paper sembra un tentativo esemplare di autosovvertimento: una squadra appena nata all’interno di una grande azienda sviluppa un prodotto che alla fine potrebbe rimpiazzare quello principale. Facebook sa che in questo momento nessuno può sfidarla sul suo stesso campo, quindi se vuole continuare a contare deve sfidarsi da sola, anche se i suoi tentativi non producono utili.

(“Storie a tutto schermo, senza distrazioni”, si legge sul sito di Paper, che è come dire: “Per il momento non inseriremo banner pubblicitari”).

Paper rappresenta anche un cambio di strategia. L’app si collega a Facebook ma non è Facebook: è un software derivato. Secondo Isaac dovremmo aspettarci un rafforzamento di queste “moltiplicazioni di app”, per cui i dati di Facebook si diffonderanno su diverse interfacce.

Se Facebook è un sistema chiuso, l’azienda sta rinunciando alla monocoltura e sta trattando sempre di più la sua piantagione di dati e collegamenti come un campo in cui possono germogliare tanti generi diversi di app.

Ma a cosa mira questa nuova strategia? Quando ha presentato il nuovo news feed a marzo dell’anno scorso, Mark Zuckerberg ha detto che Facebook puntava a diventare “il giornale personalizzato migliore del mondo”. L’azienda ha continuato a muoversi in questa direzione, aumentando il numero degli articoli di giornale che si visualizzano sul sito, anche se gli utenti non erano entusiasti del cambiamento. Ma a che scopo entrare nel mondo delle notizie?

Il giornale perfetto

Se Facebook ha un concorrente degno di questo nome è Twitter, il beniamino dei mezzi d’informazione. I giornalisti lo adorano e spesso lo usano bene. Ed è per difendersi da Twitter, sembra, che adesso su Facebook si visualizzano i temi d’attualità e che a ottobre l’azienda ha generato una massiccia ondata di traffico diretto verso i siti degli editori. L’anno scorso il network di Buzzfeed ha ricevuto 120 milioni di visite in più da Facebook che da Google.

Ha funzionato. Facebook si è twitterizzata, ha superato Google per numero di referral e gli editori se ne sono accorti. Adesso molti preparano contenuti apposta per il social network.

Ma se Facebook si difendeva da Twitter prendendolo a modello, adesso sta imboccando una strada diversa. Mentre Facebook è diventata più rapida e più attenta alle notizie, Paper va più piano e presenta un’interfaccia che non somiglia affatto a quella di Twitter. Se negli ultimi sei mesi il design dei social network si è orientato verso un flusso ricco di immagini e di inserzioni pubblicitarie, Paper mette da parte il flusso per concentrarsi sulle immagini.

A quanto pare Paper sostituisce la sensazione di cronologia inversa del blog con la logica della prima pagina di giornale, in cui si attribuisce maggiore importanza alle notizie collocate più in alto.

Quindi Paper risolve un problema? Non proprio, ma preannuncia una trasformazione del modo in cui le persone vorranno leggere, navigare e guardare i contenuti sul web. Le persone preferiranno una certa stabilità e vorranno disfarsi di un flusso ormai fuori moda.

Per un po’ di tempo, quando si parlava di social network, sembrava che tutti dessero per scontata l’idea che ci saremmo diretti verso un mondo di social network più elevati e profondi. Facebook ha perfino chiamato la sua conferenza di sviluppatori F8: fate, destino. Sembrava che a ogni cambiamento d’interfaccia non facessimo che volteggiare sempre più rapidamente verso una maggiore interconnessione.

Ma ora siamo tutti interconnessi e le startup nate negli ultimi mesi si sono preoccupate più di messaggi e di funzioni effimere che dei ricchi profili messi insieme da Facebook. Non saprei dire se Paper si inserisca in questo percorso, o se sia solo qualcosa di nuovo, di interessante e forse anche di utile. Personalmente spero che sia più utile che ideologica, perché l’app creata da Facebook – un’azienda che sembrava ormai a corto di idee e condannata a dare la caccia agli innovatori – sembra davvero una novità.

(traduzione di Floriana Pagano)

Questo articolo è uscito sull’Atlantic con il titolo The quiet upheaval of Facebook’s new iPhone app.

Ecco il video con cui Facebook ha presentato la sua nuova app per iPhone, disponibile negli Stati Uniti dal 3 febbraio.

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