Gli slogan “Remigrazione” e “Fermate le barche” sono stati i più usati durante la manifestazione contro l’immigrazione convocata dall’estrema destra britannica il 13 settembre, a cui hanno partecipato circa 110mila persone. Probabilmente è stata la più grande manifestazione di questo tipo nel Regno Unito. L’ha convocata Tommy Robinson, leader del gruppo di estrema destra English defence league, dopo mesi di attacchi contro i centri e gli hotel che ospitano rifugiati e richiedenti asilo in diverse città del paese.
Durante la manifestazione ci sono stati scontri tra la polizia e i manifestanti che non sono riusciti a entrare nell’area del palco principale. Gli agenti “sono stati aggrediti con calci e pugni”, bottiglie, razzi e altri oggetti, ha dichiarato la polizia londinese. Nove manifestanti sono stati arrestati. Ventisei agenti di polizia sono rimasti feriti, quattro dei quali gravemente.
“Non c’è dubbio che molti siano venuti per esercitare il loro legittimo diritto di protestare, ma molti erano lì per partecipare alle violenze”, ha dichiarato il vicecapo della polizia Matt Twist. “Si sono scontrati con gli agenti, ricorrendo a violenze fisiche e verbali e cercando di violare i cordoni di sicurezza”.
I partecipanti hanno marciato sul ponte di Westminster sventolando bandiere britanniche, prima di convergere vicino a Downing street per ascoltare i discorsi di esponenti dell’estrema destra di tutta Europa e degli Stati Uniti. Doveva esserci anche l’ideologo del sovranismo statunitense Steve Bannon, ma non è arrivato.
“La maggioranza silenziosa non tacerà più”, ha detto Tommy Robinson alla folla, definendo il raduno la “scintilla di una rivoluzione culturale”. Molti hanno invocato negli slogan l’influencer conservatore statunitense Charlie Kirk, ucciso a colpi d’arma da fuoco il 10 settembre.
Le autorità britanniche hanno schierato mille agenti e imposto condizioni sui percorsi e sugli orari per tenere separata la manifestazione di estrema destra da un corteo contro il razzismo e il fascismo a cui hanno partecipato cinquemila persone.
Chi è Tommy Robinson
Tommy Robinson, pseudonimo di Stephen Yaxley-Lennon, ha definito l’evento la “più grande festa della libertà d’espressione” del paese e un’iniziativa per “unire il Regno”. Robinson, che ha 42 anni, ha fondato la English defence league nel 2001, un movimento apertamente islamofobo e xenofobo che ha organizzato nel corso degli anni numerose proteste anche violente contro gli stranieri e contro la presenza di comunità islamiche.
“Al momento Robinson è il personaggio più noto e controverso dell’estrema destra britannica. Dopo una serie di problemi giudiziari dovuti anche alla sua attività politica, si è reinventato come influencer e mediattivista”, spiega il giornalista esperto di estrema destra Matteo Pascoletti da Londra.
Robinson ha diversi precedenti penali tra cui una condanna a diciotto mesi di carcere nell’ottobre 2024 per oltraggio alla corte. È stato rilasciato a maggio del 2025, dopo che la sua pena è stata abbreviata. La condanna è legata a un caso di diffamazione di un rifugiato siriano minorenne, ingiustamente accusato di aver aggredito violentemente delle giovani inglesi.
Il siriano ha denunciato Robinson e ha vinto la causa nel 2021, quando un tribunale ha stabilito che le affermazioni dell’attivista di destra erano false. Ma contro questa condanna nel 2023 Robinson ha prodotto un documentario chiamato Silenced, in cui accusa le autorità giudiziarie di volerlo “silenziare”.
“Quel documentario è interessante, perché mostra la rete internazionale che sostiene un personaggio come Robinson sia dal punto di vista politico sia da quello economico. Silenced è stato sostenuto dal noto conduttore radiofonico e cospirazionista statunitense Alex Jones, è stato prodotto dalla Mice Media, una casa di produzione vicina a Donald Trump, e appoggiato da Patrick M. Byrne, un imprenditore statunitense molto vicino allo stesso Trump. Questo spiega perché uno come Elon Musk ha riattivato l’account su X di Robinson e perché ha partecipato al raduno di Londra con un video”, spiega ancora Pascoletti. “Non si tratta solo di un estremista britannico, ma di un uomo al centro di una rete di interessi internazionali”.
In un collegamento video con la manifestazione di estrema destra, il miliardario Elon Musk ha infatti chiesto un cambiamento di governo nel Regno Unito: “C’è qualcosa di meraviglioso nell’essere britannici. Ma quella che vedo è la distruzione della Gran Bretagna, prima una lenta erosione e ora un’immigrazione incontrollata”.
Spiega Pascoletti: “Musk ha fatto intendere che il governo va sciolto subito, a qualsiasi costo. È una tattica che il miliardario ha usato anche in passato, intervenendo in altri paesi europei. Per esempio in Germania a favore di Alternative für Deutschland (Afd). Musk crede che questa parte dell’elettorato dell’estrema destra sia più manipolabile e utile ai suoi scopi. Inoltre tra quelli che hanno partecipato alla manifestazione c’è Ant Middleton, un ex militare e conduttore televisivo, sostenitore di Donald Trump, presente anche alla cerimonia d’insediamento a Washington. Middleton si dovrebbe candidare come sindaco di Londra nelle file del partito di Nigel Farage, Reform Uk”.
I numeri della manifestazione del 13 settembre sono stati costruiti in almeno un anno di manifestazioni e rivolte, con attacchi contro persone migranti, moschee e minoranze, tanto da spingere molti centri o luoghi di culto a rivolgersi a servizi di sicurezza privata per il timore di aggressioni. “Questo movimento parte almeno dal luglio 2024, quando c’è stato un caso di cronaca molto grave a Southport che ha coinvolto tre bambine. All’inizio si era diffusa la notizia, falsa, che il responsabile era un richiedente asilo musulmano ricercato dai servizi segreti britannici. Questo aveva scatenato rivolte e proteste, e alcuni movimenti e sigle dell’estrema destra avevano organizzato cacce all’uomo e aggressioni. C’erano state però anche contromanifestazioni per opporsi al razzismo e all’islamofobia”, spiega Pascoletti.
“Ci sono paure molto profonde, ma anche una grave strumentalizzazione e costruzione del nemico da parte di gruppi politici dell’estrema destra che hanno tutto l’interesse a individuare degli obiettivi e dei capri espiatori: gli stranieri, le minoranze religiose, le donne. Dei circa cinquecento militanti arrestati in Irlanda del Nord per le violente proteste contro i migranti, la metà ha precedenti penali legati a episodi di violenza domestica o di genere”, insiste il giornalista, che giudica insufficiente e debole la risposta del governo laburista guidato da Keir Starmer.
“Il problema è che il governo laburista ha accettato il frame, il quadro interpretativo dell’estrema destra. Quindi si è presentato negli ultimi mesi come l’uomo capace di fermare le barche nel Canale della Manica, facendone un problema di efficienza. Ma quello che i laburisti non vedono è quello che è successo in tutta Europa: se insegui la destra e l’estrema destra sul loro terreno ne espandi l’egemonia culturale. I problemi dell’economia britannica dipendono dalla Brexit e non dall’arrivo dei migranti, la Brexit voluta da Farage e da Johnson, tra gli altri. Ma il problema non è solo Starmer”, conclude Pascoletti, “è tutta una classe politica che non si rende conto di quanto è grave l’attacco di questa destra ai fondamenti dello stato e della democrazia, nel Regno Unito, in Europa e nel mondo”.
Questo articolo è tratto dalla newsletter Frontiere.
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