Il settore automobilistico e il suo indotto sono nel panico come durante la pandemia di covid-19. Questa volta la causa non è un virus, ma un’azienda, la Nexperia, che fornisce più del 40 per cento dei componenti elettronici (diodi, transistor, regolatori di tensione) usate nei veicoli prodotti in Europa. La storia ha del rocambolesco. Tutto è cominciato da un conflitto tra il governo olandese e l’azienda. Il 1 ottobre alcuni amministratori europei della Nexperia hanno chiesto al tribunale commerciale di Amsterdam di sospendere l’amministratore delegato del gruppo, Zhang Xuezheng, e di nominare una figura indipendente. Il 7 ottobre i giudici hanno dato ragione ai ricorrenti. Il governo olandese ha stabilito che l’azienda non potrà prendere alcuna decisione senza il suo consenso, appellandosi a una legge – mai applicata – del 1952 che autorizza le autorità a intervenire, soprattutto in tempo di guerra, per rispondere a gravi minacce all’approvvigionamento del paese o alla sua sicurezza.
La Nexperia è nata nei Paesi Bassi, a Nimègue, come divisione del colosso olandese Philips. Nel 2017 è stata comprata dal fondo d’investimenti cinese Jianguang Asset Management per 2,7 miliardi di dollari e rivenduta due anni dopo per 3,7 miliardi alla Wingtech, gruppo di proprietà dell’imprenditore Zhang Xuezheng. La Wingtech, che ha impianti in Cina, in Malaysia, nelle Filippine, in Germania e nel Regno Unito, ha 12.500 dipendenti in tutto il mondo, quattrocento dei quali nei Paesi Bassi.
Secondo i mezzi d’informazione olandesi, gli amministratori hanno agito per paura che Zhang Xuezheng dirottasse le finanze della Nexperia sulla WingSkySemi, un’altra azienda di semiconduttori che ha fondato a Shanghai, nella quale avrebbe spostato ordini di cui la Nexperia non aveva bisogno. In un documento inviato al parlamento olandese, il ministro dell’economia Vincent Karremans ha accusato Zhang Xuezheng di trasferire capacità produttive e denaro a “entità straniere non collegate alla Nexperia” e di aver nominato dei prestanome in posizioni chiave.
Il quotidiano olandese Nrc Handelsblad ha anche scoperto che in passato Zhang Xuezheng era stato condannato a una multa di un milione di euro dall’autorità della borsa cinese per aver nascosto alcune transazioni.
L’imprenditore ha inoltre scontato un anno e mezzo di carcere nel 2005 per aver rubato segreti industriali al suo primo datore di lavoro, ed è stato inoltre multato per violazione delle norme ambientali. Da allora il suo patrimonio, che nel 2022 Forbes stimava in 2,7 miliardi di dollari, si sarebbe dimezzato.
Banditismo economico
Zhang Xuezheng non si è lasciato intimidire e ha chiesto aiuto a Pechino. Il 19 ottobre ha scritto sul social network WeChat di essere vittima delle “discriminazioni contro le aziende cinesi” e dei “pregiudizi geopolitici del governo olandese”. La camera di commercio cinese in Europa ha criticato la decisione del governo olandese, definendola un “atto di banditismo economico”. I dirigenti cinesi della Wingtech hanno ordinato al personale della Nexperia di rifiutare qualunque decisione non proveniente da Pechino.
Il problema è che nessun costruttore o fornitore di componenti dispone di scorte. L’impianto della Nexperia più importante per il settore automobilistico si trova nella provincia cinese del Guangdong. “Questa fabbrica rappresenta il 70 per cento della capacità di assemblaggio finale e di test dell’azienda”, spiega Patrick Hummel, analista finanziario e specialista del settore automobilistico per la banca svizzera Ubs. Secondo le sue stime, “il 40 per cento dei prodotti venduti all’estero dalla Nexperia proviene da questa fabbrica in Cina”.
La Nexperia è il più grande operatore del suo settore, ma non l’unico. I clienti, tuttavia, hanno bisogno di riorganizzarsi, e l’operazione “richiederà diversi mesi”, spiega Hummel. I fornitori di componenti, come la Bosch o la Valeo, stanno lavorando ad altre soluzioni, che però devono essere accettate dai clienti. Inoltre, alcuni componenti spediti dalla Germania o dal Regno Unito per essere confezionati e testati in Cina potrebbero restare bloccati.
In un comunicato del 21 ottobre Hildegard Müller, presidente della Federazione automobilistica tedesca, ha dichiarato che la situazione rischia di “causare drastiche riduzioni o addirittura interruzioni della produzione”. Sigrid de Vries, direttrice dell’Associazione dei costruttori automobilistici europei (Acea), teme che “la situazione possa aggravarsi rapidamente”.
In Germania sono già previste delle interruzioni alla Volkswagen, con danni per la produzione dei modelli Golf e Tiguan. È uno stop “per inventario”, ha riferito un portavoce dell’azienda, ma ha ammesso comunque che “non si possono escludere ripercussioni nel breve periodo”. Il problema interessa anche il settore tedesco delle macchine utensili.
In Francia la fabbrica della Stellantis a Sochaux è ferma per problemi di fornitura di cambi, “non legati alla Nexperia”, ha precisato l’azienda. Alla Renault, invece, è stata creata un’unità di monitoraggio. “Siamo in contatto quotidiano con i nostri fornitori per cercare insieme soluzioni alternative e garantire una continuità di produzione”, ha spiegato l’azienda.
Conflitto commerciale
Sullo sfondo del caso d’intravede soprattutto il conflitto commerciale tra la Cina e gli Stati Uniti. Washington ha esercitato pressioni su Amsterdam? Il ministro Karremans ha dichiarato davanti ai deputati di aver preso la sua decisione “senza aver ricevuto pressioni o aver consultato alcun paese”. Dalla fine del 2024, però, la Wingtech è nella lista delle aziende soggette a sanzioni commerciali negli Stati Uniti, e Washington ha minacciato di inserirci anche la Nexperia. Per evitarlo, a giugno gli statunitensi avevano spiegato al governo olandese che sarebbe stato necessario allontanarne l’amministratore delegato.
Ma viste le ricadute negative del caso per l’industria automobilistica europea, la diplomazia olandese ha dovuto mettersi in moto. Secondo Karremans, sono in corso “contatti significativi”. Il primo ministro Dick Schoof ha ribadito che “non si è trattato di un’azione contro la Cina”. Intanto le aziende aspettano che la situazione sia risolta. ◆ gim
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Questo articolo è uscito sul numero 1638 di Internazionale, a pagina 100. Compra questo numero | Abbonati
 
			 
        
                 
                     
                     
                     
	                 
	                 
	                 
            