Nemmeno i telescopi che orbitano intorno alla Terra sono al riparo dagli effetti dei satelliti commerciali.
Sapevamo già che le scie luminose lasciate da questi oggetti rovinano le immagini degli osservatori terrestri. Ma un nuovo studio pubblicato su Nature ha concluso che a causa della moltiplicazione dei satelliti privati, neanche i telescopi spaziali eviteranno le interferenze.
Secondo i ricercatori nei prossimi dieci anni le scie luminose altereranno il 96 per cento circa delle immagini acquisite da alcuni telescopi spaziali, e una sola immagine potrebbe contenerne fino a 92.
Le conclusioni sono “spaventose”, dice Patrick Seitzer, astronomo dell’università del Michigan ad Ann Arbor, che non ha partecipato al progetto. “È uno studio importantissimo per il futuro dell’astronomia”.
Attualmente intorno alla Terra orbitano circa 15mila satelliti, e molte aziende aerospaziali hanno in programma di lanciarne altre migliaia per creare delle megacostellazioni per le telecomunicazioni. La SpaceX, per esempio, amplierà la sua rete Starlink fino a 34mila unità.
Per capire quali saranno le conseguenze della moltiplicazione dei satelliti Alejandro Borlaff, astrofisico dell’Ames research center della Nasa, ha simulato al computer insieme al suo team il campo visivo di quattro telescopi in orbita terrestre bassa, già in funzione o programmati. Tra questi ci sono il famoso Hubble, lo Spherex lanciato dalla Nasa a marzo, il cinese Xuntian, che sarà operativo nel 2026, e la missione Arrakihs dell’Esa, che partirà nel 2030.
I ricercatori hanno simulato circa un anno e mezzo di osservazioni, scattando finte immagini dello spazio con un numero variabile di satelliti, e hanno scoperto che se questi arriveranno a 560mila, il numero attualmente previsto, le scie contamineranno dal 40 a più del 96 per cento delle immagini di ogni telescopio. Con un milione di satelliti in orbita, invece, alcuni osservatori arriveranno a 165 scie per immagine. Di questo passo “avremo meno scoperte, immagini meno interessanti e, in generale, meno informazioni”, dice Borlaff. La SpaceX non ha risposto a una richiesta di commento.
La conseguenza più preoccupante è che i satelliti possono essere scambiati per asteroidi potenzialmente pericolosi. “Se le immagini sembrano piene di asteroidi è molto probabile che ci sfuggano quelli veri”, spiega Borlaff, secondo il quale le scie renderanno più difficile individuare fenomeni rari e fugaci come le potenti esplosioni dette lampi gamma.
Soluzioni complicate
Per aggirare l’interferenza dei satelliti si potrebbero acquisire immagini con tempi di esposizione più brevi in modo da ridurre le scie, propone Seitzer. Ma secondo Jonathan McDowell, astrofisico dello Harvard-Smithsonian center for astrophysics di Cambridge, negli Stati Uniti, per farlo probabilmente è necessario progettare diversamente le fotocamere dei telescopi. “Non è detto che si possa fare dopo il lancio”, spiega.
McDowell non è convinto che le conseguenze saranno gravi come sostengono gli autori dello studio, soprattutto perché dubita che nel prossimo decennio tutti i satelliti previsti saranno davvero in orbita. “Trovo improbabile che nei prossimi dieci anni si superino i 50mila satelliti”, dice.
Borlaff spera che gli astronomi e le aziende possano collaborare per condividere il cielo. Occupando orbite più basse di quelle attualmente ipotizzate, per esempio, i satelliti potrebbero creare meno problemi. “Bisognerà trovare il modo di convivere”, spiega.
Altri ricercatori sono meno ottimisti. È “molto ingenuo” pensare che gli astronomi possano aggirare le megacostellazioni, dice Mark McCaughrean dell’Istituto Max Planck di astronomia di Heidelberg, in Germania. “Troppo poche persone sembrano pensare alle conseguenze dello sfruttamento eccessivo di questa risorsa celeste”. ◆ sdf
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Questo articolo è uscito sul numero 1644 di Internazionale, a pagina 102. Compra questo numero | Abbonati