Amber Biesecker non lavora da marzo, quando i progetti che seguiva da freelance si sono fermati a causa della pandemia di covid-19. Biesecker, una statunitense di 33 anni, sposata e madre di due figli, ha fatto due volte domanda per il sussidio di disoccupazione, che le è stato negato perché i suoi clienti si trovano fuori dallo stato in cui vive, la Florida. Il suo reddito, che prima era di 30mila dollari all’anno, si è ridotto a zero. “Siamo in grave difficoltà”, ha detto, aggiungendo di non avere risparmi o investimenti. “Non abbiamo alcuna sicurezza economica”.

I casi come quello di Biesecker sono frequenti, perché a un numero sempre più esiguo di statunitensi interessa l’unica cosa che sta salendo: la borsa. Secondo un sondaggio della Gallup, la percentuale di statunitensi che possedeva azioni ad aprile era del 55 per cento, mentre era del 62 per cento nel 2002. L’S&p 500, l’indice principale della borsa statunitense, è cresciuto di più del 50 per cento dopo il crollo di marzo ed è tornato a livelli record, grazie soprattutto ai programmi di incentivi economici senza precedenti decisi dalla Federal reserve (Fed, la banca centrale statunitense) e dal congresso.

Dallas, Stati Uniti, 14 agosto 2020. In fila per i sussidi alimentari (Nitashia Johnson, The N​ew York Times/Contrasto)

La proprietà delle azioni è sempre di più concentrata nelle mani di pochi. Secondo la Fed, nel primo trimestre dell’anno il 10 per cento più ricco degli statunitensi possedeva l’87 per cento delle azioni di maggiore rilevanza. Nel 2009 la quota era dell’82,4 per cento. In questo stesso periodo la borsa è cresciuta e l’S&p 500 è più che quadruplicato. “La classe media è stata sostanzialmente tagliata fuori dall’impennata della borsa”, afferma Edward Wolff, docente di economia alla New York university. “I ricchi hanno lasciato indietro il resto della società”.

La borsa ha cancellato le perdite subite durante la pandemia, ma l’economia sembra raccontare una storia diversa. Nel secondo trimestre del 2020 il pil ha registrato il calo più brusco di sempre e a luglio il tasso di disoccupazione superava ancora il 10 per cento, dopo aver raggiunto il 15 per cento ad aprile. Gli aiuti governativi, in particolare un programma che eroga ai disoccupati 600 dollari extra in aggiunta ai sussidi previsti, hanno contribuito ad alleviare le sofferenze di circa 27 milioni di lavoratori, che così sono riusciti a pagare mutui e bollette. Il programma è finito a luglio e non è stato ancora rinnovato mentre repubblicani e democratici continuano a scontrarsi su un nuovo accordo.

Pochi risparmi

Gli economisti avvertono che la spesa dei consumatori, che contribuisce a più dei due terzi dell’economia nazionale, calerà ad agosto perché molti statunitensi avranno meno entrate. Anche molte famiglie con risparmi non hanno abbastanza soldi per godere di una sicurezza reale. Secondo l’Economic policy institute, il saldo medio dei risparmi di una famiglia con a capo una persona di età compresa tra i 56 e i 61 anni è di appena 21mila dollari. La cifra si abbassa tra le famiglie più giovani.

Amaris Brown, 26 anni, di Boston, è a capo di una di queste famiglie più giovani. Grazie al suo lavoro in un centro di assistenza diurno non profit, con cui guadagnava 36mila dollari all’anno, sosteneva la sua compagna, che studia a tempo pieno per diventare infermiera, e un figlio di otto anni. Quando è scoppiata la pandemia ha chiesto un congedo temporaneo per stare a casa con il figlio e alla fine ha lasciato il lavoro, perché non gli permetteva di seguire il bambino. Ha cercato un lavoro che potesse svolgere da casa, ma non ha trovato niente. Non ha pagato l’affitto di agosto e salterà anche quello di settembre. Non ha azioni né risparmi.

In Florida Biesecker e i suoi familiari si sono trasferiti a casa dei suoceri per risparmiare. Lei e il marito hanno ricevuto 2.900 dollari dal programma di incentivi federale, e li hanno spesi in provviste e altre necessità. Sono anche riusciti a risparmiare qualcosa. Uno dei clienti di Bie­secker è tornato a luglio e lei è riuscita a guadagnare un po’ di soldi vendendo online mascherine cucite a mano. Gli amici l’hanno aiutata per quanto possibile, ma è frustrante dover fare affidamento su “altre persone povere”, racconta. “È come urlare in un vuoto che ti ingoia”. ◆ gim

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Questo articolo è uscito sul numero 1373 di Internazionale, a pagina 92. Compra questo numero | Abbonati