Di solito non abbiamo il potere d’influenzare ciò che sogniamo. Il nostro cervello produce immagini a ripetizione e noi restiamo a guardare. Eppure, avere il controllo sui propri sogni non è impossibile. In determinate circostanze possiamo trasformare il mostro che ci sta rincorrendo in un topolino, o volare in cielo come un uccello. Basta rendersi conto di stare sognando mentre dormiamo, ovvero fare un sogno lucido.

“La maggior parte delle persone prova a fare sogni lucidi perché è divertente”, spiega Martin Dresler, che dirige il laboratorio di ricerca sul sonno e la memoria dell’istituto Donders per il cervello, la cognizione e il comportamento, nei Paesi Bassi. Dresler racconta di fare sogni lucidi ogni due settimane circa. “Sfortunatamente non sono molto lunghi, ma durano abbastanza da permettermi di svolazzare per un po’”, aggiunge. Mi­chael Varnum insegna psicologia all’Arizona state university, negli Stati Uniti, e ha condotto uno studio recente insieme alla figlia di nove anni, Clara, determinata a saperne di più sui suoi sogni lucidi.

Liberi dalle limitazioni fisiche del mondo reale, le persone che si ritrovano in un sogno lucido possono volare, respirare sott’acqua, avere una forza sovrumana o, più semplicemente, baciare la persona che gli piace.

“Soltanto metà della popolazione riferisce di aver fatto un sogno lucido”, sottolinea Dresler. A quanto pare è più facile per alcuni che per altri, e c’è anche chi non ci riesce mai. Alcune ricerche suggeriscono che fare sogni lucidi è più semplice per chi presenta determinati tratti caratteriali. “Abbiamo scoperto che chi è più aperto ed estroverso e chi tende a fare molti incubi è anche più incline a fare sogni lucidi”, ha scritto Clara Varnum.

Finora nessuno ha scoperto una tecnica affidabile per indurre il sogno lucido a comando, spiega Dresler. Tuttavia alcuni metodi possono renderlo più probabile.

Quasi tutti consigliano di pensare di più ai sogni. “Bisogna sviluppare un’ossessione”, afferma Ken Paller, neuroscienziato della Northwestern university, negli Stati Uniti. Innanzitutto è importante saper ricordare i sogni, perché capita di sognare lucidamente ma poi si dimentica di averlo fatto. Per migliorare la memoria onirica, Paller suggerisce di tenere gli occhi chiusi dopo il risveglio e dedicare un po’ di tempo a ricordare l’ultimo sogno. Anche tenere un diario dei sogni può aiutare.

Inoltre, secondo lui, è fondamentale coltivare la volontà. Quando siamo svegli dobbiamo dirci: “La prossima volta che sogno, voglio rendermene conto”.

Tecniche efficaci

I sognatori lucidi dicono di affidarsi a vari indizi per capire di essere in un sogno. Una persona racconta di averlo capito perché portava l’apparecchio ai denti: “Ho pensato ‘aspetta, ma io non porto più l’apparecchio, forse sto sognando’”. Le ricerche indicano che compiere azioni come accendere una luce o leggere un libro in sogno è molto difficile, se non impossibile, quindi cercare di farlo e non riuscirci potrebbe svelarci che stiamo sognando, spiega Michael Varnum.

Per chi volesse provare a fare sogni lucidi, esistono tecniche chiamate wake-back to bed (wbtb, sveglia e ritorno a letto) e mnemonic induction of lucid dreams (mild, induzione mnemonica dei sogni lucidi), spiega Achilleas Pavlou, professore di psicologia all’università di medicina di Nicosia, a Cipro.

Per eseguire la tecnica wbtb, impostate la sveglia una o due ore prima del solito. Quando suona, restate svegli per 10-20 minuti, poi tornate a letto. A quel punto, mentre state per riaddormentarvi, passate alla tecnica mild: “Riportate alla mente nel modo più vivido possibile una scena del sogno che stavate facendo ed esercitatevi ripetendo istruzioni chiare come ‘la prossima volta che sogno, mi accorgerò che è un sogno’”. Pavlou consiglia di esercitarsi soltanto due o tre volte la settimana, perché è faticoso. “L’obiettivo è ottenere la lucidità senza sacrificare la qualità del sonno”, spiega.

Oltre al divertimento, non è chiaro se esistano altri effetti positivi. Per i ricercatori potrebbe aiutare a capire meglio le dinamiche dei sogni e del sonno. Nel 2021 in uno studio Paller ha rilevato che alcune persone impegnate in un sogno lucido erano in grado di comunicare con i ricercatori (svegli). Da addormentate riuscivano a capire le domande che gli facevano i ricercatori e a fornire risposte semplici, tirando su con il naso o sbattendo le palpebre.

Da allora gli scienziati usano questo metodo per chiedere alle persone cosa provano mentre sognano, spiega Paller. In precedenza i ricercatori analizzavano un resoconto a posteriori, ma la memoria è imperfetta, soprattutto quando riguarda i sogni. Il racconto di un sogno è “molto meno affidabile rispetto alle informazioni trasmesse in tempo reale”, conclude.

Secondo una ricerca del 2019 il sogno lucido “potrebbe rappresentare una risorsa per aiutare chi ha incubi ricorrenti, riducendone la frequenza, l’intensità e le ricadute psicologiche”. Secondo Michael Varnum, tuttavia, le persone che soffrono di disturbi del sonno e parasonnie farebbero bene a consultare uno specialista prima di provare a restare lucide durante i sogni. Inoltre “chi attraversa uno stato psicotico o maniacale, o presenta sintomi dissociativi gravi dovrebbe sperimentare il sogno lucido soltanto sotto sorveglianza clinica, o rinunciarci”, spiega Pavlou.

Per due settimane, prima di dormire, ho ripetuto a me stessa che avrei fatto un sogno lucido, come consiglia Paller. In quel periodo ho fatto diversi sogni che mi sono rimasti impressi. In uno ero intrappolata nella torre di un castello che stava affondando, mentre un grosso procione cercava di aprire la finestra per salvarmi. In un altro lavoravo in un sottomarino e l’attrice Cate Blanchett stava uccidendo e smembrando i miei colleghi. In nessuna di queste situazioni assurde mi è mai venuto il sospetto che stessi sognando.

Ma in un altro sogno stavo guardando il mio punteggio di solidità finanziaria, ed era molto basso. “Che diavolo!”, mi sono detta. “Il mio punteggio è più alto”. È stato in quel momento che mi sono resa conto che stavo sognando. Mi sono alzata e mi sono messa a volare. Sfortunatamente non è stato eccitante come mi aspettavo. D’altronde ormai avevo capito che era soltanto un sogno. ◆ as

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Questo articolo è uscito sul numero 1642 di Internazionale, a pagina 108. Compra questo numero | Abbonati