Una barca con a bordo decine di migranti ha preso fuoco il 30 agosto nel tratto di mare di fronte a Crotone, in Calabria, mentre i passeggeri venivano trasferiti sulle imbarcazioni della marina militare italiana. Tre persone sono morte e altre tre sono disperse in mare. Sei sono state ricoverate in ospedale con gravi ustioni, tra cui due funzionari italiani che stavano aiutando i migranti. Secondo le prime indagini, nella barca c’è stata un’esplosione causata da un incendio, probabilmente in seguito a una perdita di carburante. I bagnanti che si trovavano in una spiaggia vicino a Crotone hanno visto il fumo nero che proveniva dall’imbarcazione. Il commissario della Croce rossa di Crotone, Francesco Pascuzzo, ha dichiarato che “qualcosa ha preso fuoco e la barca è esplosa a quattro miglia dalla costa. Temiamo che tra i cinque e i sette migranti siano dispersi. Quattro migranti sono in ospedale con gravi ustioni e due soccorritori sono feriti. Dodici migranti sono stati trasportati in un centro d’accoglienza”.

Sempre il 30 agosto, al largo di Lampedusa, la guardia costiera ha soccorso una barca con a bordo 450 migranti, che rischiava di rovesciarsi a causa del forte vento. Tra il 29 e il 30 agosto sono arrivati sull’isola cinquecento migranti. “Siamo in ginocchio”, ha dichiarato Salvatore Martello, sindaco di Lampedusa. “La situazione è insostenibile”. Il 29 agosto l’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr) ha fatto appello ai paesi europei affinché accolgano centinaia di persone soccorse nel mar Mediterraneo dalle imbarcazioni delle varie ong, tra cui quella finanziata dall’artista britannico Banksy.

Nel 2020 più di cinquecento migranti sono morti del Mediterraneo. Si pensa tuttavia che il numero reale sia molto più alto. ◆ ff

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Questo articolo è uscito sul numero 1374 di Internazionale, a pagina 34. Compra questo numero | Abbonati