Alla fine del 2017, Afia, cittadina statunitense nata da genitori ghaneani, decide di passare le vacanze di Natale ad Accra, la capitale del suo paese d’origine. Sta andando a trovare per la prima volta i genitori, che da qualche anno hanno lasciato gli Stati Uniti per tornare a vivere in Ghana. Il motivo del loro trasferimento è che Agnes, la madre di Afia, una volta raggiunta la mezza età si è scoperta imprenditrice e voleva tornare nel suo paese natale per tentare la carriera nel mercato immobiliare. Proprio in relazione a questo i genitori di Afia fanno alla figlia una proposta che la porterà a scegliere se vivere negli Stati Uniti o in Ghana. Mentre sta riflettendo su quale sia la decisione giusta per la sua vita, in una conferenza stampa Donald Trump, all’epoca presidente degli Stati Uniti, definisce il Ghana uno shithole country, un paese di merda. Nel panorama omologato dell’industria contemporanea dell’audio, S*hole è una di quelle produzioni indipendenti innovative nella forma e nei contenuti che nascono in maniera inaspettata come le erbe selvatiche tra il selciato. La voce avvolgente di Afia e la sua sottile ironia, unita al suono di una metropoli che non viene mai raccontata, rendono questa miniserie una gemma preziosa che ricorda che l’audio, al di là dei numeri, è ancora un territorio in grado di dare voce a storie urgenti e necessarie.

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Questo articolo è uscito sul numero 1401 di Internazionale, a pagina 94. Compra questo numero | Abbonati