Eliza è una ragazza forte, più della paura. La sua storia è particolare, agrodolce, in equilibrio perfetto tra risata e pianto. Eliza, dentro la sua testa, parla con i suoi cinque fratelli. Gli adulti dicono che sono morti in mare. Ma qualcosa tra il mondo dei ragazzi e quello degli adulti è rotto. Eliza insieme all’unico fratello rimasto, Grillo, si mette a cercare i cinque fratelli che per lei sono scomparsi, non morti. Grillo è uno strano compagno di viaggio, balbuziente e piagnucoloso. Ma tra fratello e sorella c’è un bel rapporto di cura e di stima. Si sostengono anche perché il mondo adulto non esiste, la madre è morta di parto, il padre è apatico e fiacco, la matrigna poi è la classica matrigna di cui è meglio non fidarsi. Per questo Eliza (ma anche Grillo) non crede alla morte dei fratelli e si mette a cercarli dappertutto. Ci avrà messo lo zampino la matrigna come nelle più classiche delle favole? Perché Grillo è una storia che parla di margine, ma lo fa dentro un’atmosfera di fiaba, nella stessa città portuale dove è ambientato Lucilla, l’esordio fortunato dell’autrice. Annet Schaap ci regala una storia potente con una prosa molto fluida e mai banale. Una scrittura puntigliosa che ci permette di meditare su ogni parola usata. Grillo ed Eliza li porteremo nel cuore per parecchio tempo.
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Questo articolo è uscito sul numero 1638 di Internazionale, a pagina 88. Compra questo numero | Abbonati