Molti di noi conoscono Skellig _di David Almond, uno dei libri per ragazzi più strabilianti mai scritti. Per chi l’ha amato questo seguito ideale, che seguito non è, sarà una delle letture imprescindibili dell’autunno. _Contare le stelle _è una raccolta di racconti che si basa sulle esperienze d’infanzia di Almond. È probabilmente più vicino a un memoir che alla pura fiction, ma di questa ha il sapore, il ritmo, lo stile. Almond non a caso dice all’inizio del libro: “Come tutte le storie, mescolano il ricordo al sogno, il reale e l’immaginario, la verità alla menzogna. E, forse come tutte le storie, cercano di mettere insieme ciò che è ormai diviso, di riscoprire ciò che è andato perduto”. Dato che il libro si basa sulla sua infanzia, molti dei personaggi ritornano in più racconti, come onde. Quindi possiamo leggerlo come una raccolta di storie connesse o come un romanzo fatto di tante tappe intermedie. Almond, che sa usare la penna, commuove, fa ridere, e in ogni riga ci sono ironia e meraviglia. È un libro lento, non promette colpi di scena, ma piccole carezze. È come ascoltare un monaco buddista o come vedere l’infinito sulla cima di un monte. È una lettura libera che rende liberi. Una lettura felice. E un po’ di felicità serve in questo mondo caotico. _Igiaba Scego
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Questo articolo è uscito sul numero 1633 di Internazionale, a pagina 94. Compra questo numero | Abbonati