Chiara Carminati non ha bisogno di presentazioni, i suoi libri, le sue poesie, i suoi testi teatrali per bambini sono conosciutissimi. Detiene inoltre il record di aver vinto la prima edizione del premio Strega ragazze e ragazzi (sezione 11-15 anni) con Fuori fuoco, un libro sulla quotidianità ai tempi della prima guerra mondiale, una riflessione potente su come sopravvivere alla crudeltà. E il tema della guerra fa da sfondo anche a questa sua nuova creatura che già dal titolo incuriosisce: Trieste non è esattamente l’habitat dei pinguini. Dalla prima riga il romanzo letteralmente c’immerge in un’avventura. In realtà il protagonista, Nicolò, avrebbe preferito non vivere pericoli, patemi d’animo e batticuori. Ma in un certo senso è costretto dalle circostanze a diventare un piccolo eroe. Infatti la seconda guerra mondiale è finita, e chi era impegnato al fronte o sulle montagne a far la resistenza è tornato a casa. Ma c’è qualcuno che non torna, come il padre di Nicolò, e questo porterà il ragazzo a imbarcarsi su un transatlantico diretto in Sudafrica. Perché è lì che si trova il padre. Carminati con la sua prosa asciutta e avvolgente illustra la storia poco conosciuta degli italiani prigionieri di guerra in Sudafrica, unendo storia e avventura. Il tutto con un pizzico di pinguino, naturalmente.
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Questo articolo è uscito sul numero 1406 di Internazionale, a pagina 86. Compra questo numero | Abbonati