“Valentina si chiese dove fossero finiti gli uccelli”. Comincia così lo straordinario Blackbird di Anne Blankman. Straordinario è la parola giusta per indicare questo romanzo young adult che nello stesso tempo è cronaca, sentimento, pedagogia, visione. Il tema è Černobyl, dopo che il reattore della centrale è esploso. Quel nome, ancora oggi, fa tremare i polsi. Catastrofe ambientale, umana, sociale, una ferita non solo per chi l’ha subita nel territorio, ma per il pianeta, che si è accorto di essere più fragile. Blankman ha preso in mano questa materia incandescente e attraverso le due protagoniste – Valentina Kaplan, una ragazza ebrea che vuole diventare ingegnera, e Oksana Savchenko, ragazza ucraina con il pallino dell’arte – ci porta dentro la tragedia. Entrambe vedranno le loro vite cambiare. Si ritroveranno insieme in fuga, affronteranno con sorrisi e lacrime un mondo (anche i genitori) che gli ha raccontato solo bugie. Il ritmo del libro è serrato, quasi da giallo. Ma non mancano parole dolci, mischiate a una critica a chi ha voluto rovinare il pianeta. A livello di trama poi ci sarà un segreto da svelare e una fiducia da ritrovare. Trama e denuncia politica vanno di pari passo in un romanzo che va letto con un po’ di fazzolettini accanto. Si piange, ma alla fine si ride anche.
Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it
Questo articolo è uscito sul numero 1397 di Internazionale, a pagina 78. Compra questo numero | Abbonati