Negli ultimi decenni molti scienziati sociali hanno sottolineato come le differenze tra i diritti di cui le persone effettivamente godono sono strettamente legate a quelle nell’accesso alla proprietà. Gli studi sulle disuguaglianze mettono in luce quanto la condizione di vita dipenda sia dalla cittadinanza con cui si nasce sia da ciò che si eredita (che in alcuni casi, può essere più grande del bilancio di uno stato) o meno. Richiamando il fatto che nell’ancien régime esisteva una distinzione tra liberi e servi e che alcuni signori governavano accentrando grandi proprietà fondiarie, si evoca un ritorno del feudalesimo. Questo libro fin dal titolo parte dall’ipotesi che il feudalesimo non sia stato mai superato, formulata nel 1840 da Proudhon nel suo saggio Che cos’è la proprietà? in cui sosteneva che proprio la protezione del diritto di proprietà garantito dopo la rivoluzione francese avesse consentito il perpetuarsi della dominazione e delle disuguaglianze. La filosofa Malabou analizza con grande cura questa tesi alla luce della storia precedente e successiva, ne sottolinea il carattere politico più che economico e la difende così dalle critiche che nel tempo le sono sono state rivolte (in primo luogo da Marx), riscontrandoci, in ultima analisi, un programma anarchico lucido, fondato sul federalismo politico e il mutualismo sociale, particolarmente concreto e attuale. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1633 di Internazionale, a pagina 94. Compra questo numero | Abbonati