Dimenticare non è un difetto della nostra mente di cui sarebbe bello fare a meno, ma una funzione fondamentale che, permettendoci di selezionare le informazioni, ci consente di usarle per vivere. Questa è la tesi sostenuta con passione e vigore da Sergio Della Sala, neuroscienziato che insegna a Edimburgo, sulla base di una serie di ricerche antiche e recenti, alcune delle quali effettuate in prima persona. La vicenda dello studio della dimenticanza, raccontata con brio attraverso molti esempi tratti dalla cultura alta e popolare, dall’esperienza quotidiana e dalla letteratura scientifica, è una sorta di complemento fondamentale alla ricerca sulla memoria. Della Sala si prende il tempo per farla capire bene, chiarendo passo dopo passo concetti difficili come la “curva dell’oblio” che descrive come la scomparsa dei ricordi dipenda dal tempo, l’“interferenza” dell’acquisizione di nuove informazioni con tale scomparsa, la “dipendenza dal contesto” della memoria, la differenza tra “memoria semantica” ed “episodica”. Così facendo, smentisce molti luoghi comuni, non cede a facili ricette (per esempio quando spiega che è difficile poter mettere a frutto le acquisizioni dello studio sulla memoria per migliorare le tecniche d’insegnamento e apprendimento), decostruisce in profondità l’idea che una testimonianza possa essere vera e fa capire come dimenticare ci aiuta a vivere meglio. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1631 di Internazionale, a pagina 90. Compra questo numero | Abbonati