La democrazia in Italia non se la passa bene. Secondo Federico Fornaro, studioso di politica e deputato del Partito democratico, negli ultimi anni è stata minata da alcuni fattori che come “tarli del legno” ne hanno scavato in profondità le strutture: l’aumento delle disuguaglianze economiche, la perdita della memoria della storia recente, la fine di una verità condivisa e la sfiducia nel futuro. Partendo da questi elementi ben documentati Fornaro procede a un’analisi dell’astensionismo aumentato negli ultimi quindici anni, indica nel senso di tradimento che provano i “perdenti della globalizzazione” nei confronti della sinistra un fattore importante e mostra come a tutto ciò sia legato il successo di partiti populisti, tra cui quello “nazional-populista” attualmente al governo. Al centro del programma di questa forza ci sono un attacco alla magistratura, in nome di un “pan-penalismo” dell’emergenza, e una serie d’importanti modifiche costituzionali. Fornaro fa l’esempio del “premierato elettivo” proposto da Meloni: mirando a rafforzare i poteri del presidente del consiglio indebolirebbe quelli del presidente della repubblica e del parlamento, trasformando l’Italia in una “democratura”, cioè un “regime politico improntato alle regole formali della democrazia, ma ispirato nei comportamenti a un autoritarismo sostanziale”. ◆
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Questo articolo è uscito sul numero 1622 di Internazionale, a pagina 86. Compra questo numero | Abbonati