“Il mercato da solo non risolve tutto,
benché a volte vogliano farci credere questo dogma di fede neoliberale. Si tratta di un pensiero povero, ripetitivo, che propone sempre le stesse ricette di fronte a
qualunque sfida si presenti. Il neoliberismo riproduce se stesso tale e quale, ricorrendo alla magica teoria del ‘traboccamento’ o del ‘gocciolamento’ – senza nominarla – come unica via per risolvere i problemi sociali. Non ci si accorge che il presunto traboccamento non risolve l’inequità, la quale è fonte di nuove forme di violenza che
minacciano il tessuto sociale. Da una parte è indispensabile una politica economica
attiva, orientata a promuovere un’economia che favorisca la diversificazione produttiva e la creatività imprenditoriale, perché sia possibile aumentare i posti di
lavoro invece di ridurli. La speculazione
finanziaria con il guadagno facile come
scopo fondamentale continua a fare strage. D’altra parte, senza forme interne di solidarietà e di fiducia reciproca, il mercato non può pienamente espletare la propria
funzione economica. Ed oggi è questa fiducia che è venuta a mancare. La fine della storia non è stata tale, e le ricette dogmatiche della teoria economica imperante hanno dimostrato di non essere infallibili. La fragilità dei sistemi mondiali di fronte alla pandemia ha evidenziato che non tutto si risolve con la libertà di mercato e che,
oltre a riabilitare una politica sana non sottomessa al dettato della finanza, dobbiamo rimettere la dignità umana al centro e su quel pilastro vanno costruite le strutture
sociali alternative di cui abbiamo bisogno”.
Chi ha scritto questo testo?
a) un economista radicale di formazione marxista;
b) la leader di un pericoloso partito di
estrema sinistra;
c) il papa.
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Questo articolo è uscito sul numero 1379 di Internazionale, a pagina 9. Compra questo numero | Abbonati