Aurora, 16 anni, capelli lunghi, occhi grandi, non alza un dito se non per scorrere i social. Giulia di anni ne ha 17, veste di nero, legge molto e ascolta solo i coreani Bts. Aurora vive in una bella casa, ha un fratello di cui è molto gelosa, una madre col pallino dello sport e un padre taciturno. Giulia abita in un appartamento modesto con due fratelli, una sorellina, una madre che lavora fino a tardi e un patrigno con molti tatuaggi. Aurora fa “solo quello che voglio”, si trucca e ha un guardaroba pieno di legging. Giulia si piace poco, cucina, stira, e appena può si nasconde in camera. Sia Aurora sia Giulia non sopportano i genitori. Nella prima puntata di Quasi quasi cambio i miei (Discovery+) le due ragazze trascorrono un periodo nella casa dell’altra, nel ruolo di figlie, una sorta di adozione temporanea, con doveri, castighi e cellulare bandito. Con i nuovi genitori le dinamiche sono presto le stesse. Domande a vuoto e frustrazioni. Aurora confessa di sentirsi poco capita, Giulia di essere sempre giudicata. Aurora vorrebbe essere apprezzata, Giulia abbracciata. Le due ragazze, da insopportabili che erano, si addolciscono. Il format ha un lontano parente nella tv indiana: The big switch, uno scambio tra ragazzi miliardari e coetanei degli slum. Lì c’era un sottotesto di classe e pedagogico. Aurora e Giulia, tornate felicemente nelle loro camere, non hanno imparato granché. Se non, forse, che ogni famiglia è infelice a modo suo. ◆

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it

Questo articolo è uscito sul numero 1398 di Internazionale, a pagina 74. Compra questo numero | Abbonati