A inizio agosto The Guardian denunciava che l’esercito israeliano stava usando la tecnologia della Microsoft per gestire una sorveglianza di massa dei civili palestinesi, raccogliendo milioni di telefonate e conservando le intercettazioni su server della Microsoft in Europa. La denuncia arrivava anche da decine di dipendenti, che si erano mobilitati contro le decisioni aziendali. Dopo quasi due mesi di pressioni pubbliche, il vicepresidente della Microsoft Brad Smith ha annunciato di aver disabilitato alcuni degli strumenti (non tutti) usati dal ministero della difesa israeliana: “Vogliamo garantire che i nostri servizi non siano utilizzati per la sorveglianza di massa dei civili”, ha detto Smith.

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Questo articolo è uscito sul numero 1635 di Internazionale, a pagina 84. Compra questo numero | Abbonati